Giovedì 18 Marzo 2021 : Commento San Giacomo di Saroug

Mosè ha enunciato i misteri, ma senza spiegarli. Egli infatti faceva fatica a parlare e non riusciva ad esprimersi chiaramente (Es 4,10). Gli è stata conservata apposta questa difficoltà di parola perché i suoi discorsi restassero non spiegati. Quando è venuto nostro Signore, ha sciolto la lingua di Mosè e oggi sono distinte tutte le sue parole, la sua lingua non è più balbuziente e i suoi discorsi sono chiari come il giorno.

Fino a nostro Signore la parola era difficile e restava senza spiegazione e tutto ciò che veniva detto di lei restava oscuro. Il mistero nascosto si ritirava o dietro la balbuzie o dietro il velo (Es 34,33; 2Co 3,14), tanto a lungo finché non è arrivata l’ora della proclamazione al gran giorno.

Mosè aveva chiesto di vedere il Padre (Es 33,18); sentiva infatti che il Figlio sarebbe venuto nel mondo apertamente. Fu allora che il Padre gli ha mostrato il dietro del viso; voleva insegnargli così che suo Figlio si sarebbe manifestato sotto apparenze umane. L’Eterno fece una distinzione fra il volto e le spalle, perché Mosè riconoscesse che la terra avrebbe contemplato il Figlio sotto forma di uomo. (…) E’ a lui che Mosè ha guardato, ed è da lui che è venuto lo splendore di cui risplendeva la pelle del suo viso (Es 34,29). Lo splendore del Figlio stava nell’insieme della profezia (…); quando Mosè parlava, era lui che parlava con la sua bocca, poiché è la Parola che ispirava tutte le parole della profezia. Senza lui, non c’è per i profeti parola né rivelazione possibile, poiché è la fonte prima della profezia. (…) Ma quando il Crocifisso, lo Sposo, è venuto, la profezia ha svelato il suo volto e alzato la voce nell’assemblea. Il Figlio della Vergine ha sollevato il velo da sopra gli Ebrei; tutto è diventato manifesto, chiaro e facile da capire.