Giovedì 29 Ottobre 2020 : Commento Giuliana di Norwich

La sete spirituale di Cristo finirà. Ecco la sete: il suo intenso desiderio di amore verso di noi che durerà fino a quando ne saremo testimoni al giudizio universale. Perché gli eletti, che saranno la gioia e la felicità di Gesù per l’eternità, sono ancora, in parte, quaggiù e, dopo di noi, ce ne saranno altri fino all’ultimo giorno. La sua ardente sete è di averci tutti in Lui, per la sua più grande felicità – è quello che mi sembra, almeno. (…)

In qualità di Dio, Egli è la beatitudine perfetta, felicità infinita che non potrebbe né aumentare né diminuire. (…) Ma la fede c’insegna che, per la sua umanità, ha voluto subire la Passione, soffrire ogni tipo di dolore e morire per amore per noi e per la nostra felicità eterna (…). Come nostro Capo, Cristo è glorificato e non può più soffrire; ma poiché è anche il Corpo che unisce tutti i suoi membri (Ef 1,23), non è ancora del tutto glorioso e impassibile. È per questa ragione che egli prova sempre questo desiderio e questa sete, che sentiva sulla croce (Gv 19,28), e che erano, mi sembra, in lui dall’eternità. Così è ora e così lo sarà fino a quando l’ultima anima salvata sarà entrata in questa beatitudine.

Sì, come è vero che in Dio c’è la misericordia e la pietà, così c’è in lui anche la sete e questo desiderio. In virtù di questo desiderio che è in Cristo, anche noi lo desideriamo: diversamente nessuna anima andrebbe in Cielo. Questo desiderio e questa sete provengono, credo, dalla bontà infinita di Dio, come la sua misericordia (…); e questa sete durerà in Lui, fino a quando saremo nel bisogno, e ci attirerà alla sua beatitudine.