A una Delegazione di Personalità Politiche dalla Francia (28 agosto 2025)
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. La pace sia con voi!
I’m sure many of you speak English, no ? I am going to attempt to speak French counting on your benevolence!
[Sono sicuro che molti di voi parlano inglese, vero? Io cercherò di parlare francese contando sulla vostra benevolenza!]
Saluto cordialmente Sua Eccellenza monsignor Dominique Blanchet, e porgo il benvenuto a tutti voi, eletti e personalità civili della diocesi di Créteil, in pellegrinaggio a Roma.
Sono lieto di accogliervi nel vostro cammino di fede: ritornate ai vostri impegni quotidiani rafforzati nella speranza, più saldi per lavorare alla costruzione di un mondo più giusto, più umano, più fraterno, che non può essere altro che un mondo più impregnato del Vangelo. Dinanzi alle derive di ogni genere che vivono le nostre società occidentali, noi non possiamo fare di meglio, come cristiani, che volgerci verso Cristo e chiedere il suo aiuto nell’esercizio delle nostre responsabilità.
Per questo il vostro cammino, più che un semplice arricchimento personale, è di grande importanza e di grande utilità per gli uomini e le donne che servite. Ed è tanto più lodevole in quanto non è facile in Francia, per un eletto, a causa di una laicità a volte fraintesa, agire e decidere in coerenza con la propria fede nell’esercizio di responsabilità pubbliche.
La salvezza che Gesù ha ottenuto con la sua morte e la sua resurrezione racchiude tutte le dimensioni della vita umana, quali la cultura, l’economia e il lavoro, la famiglia e il matrimonio, il rispetto della dignità umana e della vita, la salute, passando per la comunicazione, l’educazione e la politica. Il cristianesimo non si può ridurre a una semplice devozione privata, perché implica un modo di vivere in società improntato all’amore di Dio e del prossimo che, in Cristo, non è più un nemico ma un fratello.
La vostra regione, luogo dei vostri impegni, deve affrontare grandi questioni sociali come la violenza in alcuni quartieri, l’insicurezza, la precarietà, le reti della droga, la disoccupazione, la scomparsa della convivialità… Per farvi fronte, il responsabile cristiano è forte della virtù della carità che lo abita sin dal suo battesimo. Quest’ultima è un dono di Dio, una «forza capace di suscitare nuove vie per affrontare i problemi del mondo d’oggi e per rinnovare profondamente dall’interno strutture, organizzazioni sociali, ordinamenti giuridici. In questa prospettiva la carità diventa carità sociale e politica: la carità sociale ci fa amare il bene comune e fa cercare effettivamente il bene di tutte le persone» (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, n. 207). Ecco perché il responsabile cristiano è meglio preparato ad affrontare le sfide del mondo attuale, naturalmente nella misura in cui vive e testimonia la fede operante in lui, il suo rapporto personale con Cristo che lo illumina e gli dà questa forza. Gesù lo afferma con vigore: «perché senza di me non potete far nulla» (Gv 15, 5); non bisogna quindi stupirsi che la promozione di “valori” — per quanto evangelici siano — ma “svuotati” di Cristo che ne è l’autore, siano incapaci di cambiare il mondo.
Allora, monsignor Blanchet mi ha chiesto qualche consiglio da darvi. Il primo — e il solo — che vi darei è di unirvi sempre più a Gesù, di viverne e di testimoniarlo. Non c’è separazione nella personalità di un personaggio pubblico: non c’è da una parte l’uomo politico e dall’altra il cristiano. Ma c’è l’uomo politico che, sotto lo sguardo di Dio e della sua coscienza, vive cristianamente i propri impegni e le proprie responsabilità!
Siete dunque chiamati a rafforzarvi nella fede, ad approfondire la dottrina — in particolare la dottrina sociale — che Gesù ha insegnato al mondo, e a metterla in pratica nell’esercizio delle vostre funzioni e nella stesura delle leggi. I suoi fondamenti sono sostanzialmente in sintonia con la natura umana, la legge naturale che tutti possono riconoscere, anche i non cristiani, persino i non credenti. Non bisogna quindi temere di proporla e di difenderla con convinzione: è una dottrina di salvezza che mira al bene di ogni essere umano, all’edificazione di società pacifiche, armoniose, prospere e riconciliate.
Sono ben consapevole che l’impegno apertamente cristiano di un responsabile pubblico non è facile, in particolare in certe società occidentali in cui Cristo e la sua Chiesa sono emarginati, spesso ignorati, a volte ridicolizzati. Non ignoro neppure le pressioni, le direttive di partito, le «colonizzazioni ideologiche» — per riprendere una felice espressione di Papa Francesco —, a cui gli uomini politici sono sottoposti. Devono avere coraggio: il coraggio di dire a volte «no, non posso!», quando è in gioco la verità. Anche qui, solo l’unione con Gesù — Gesù crocifisso! — vi darà questo coraggio di soffrire in suo nome. Lo ha detto ai suoi discepoli: «Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo!» (Gv 16, 33).
Cari amici, vi ringrazio per la vostra visita e vi assicuro del mio più sincero incoraggiamento per la prosecuzione delle vostre attività al servizio dei vostri concittadini. Conservate la speranza di un mondo migliore; conservate la certezza che, uniti a Cristo, i vostri sforzi recheranno frutto e saranno ricompensati. Affido voi e il vostro Paese, alla protezione di Nostra Signora dell’Assunzione, e vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.
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L’Osservatore Romano, Edizione Quotidiana, Anno CLXV n. 197, giovedì 28 agosto 2025, p. 2.