Conclusione del mese di maggio (31 maggio 2025)

Cari fratelli e sorelle,

con gioia mi unisco a voi in questa Veglia di preghiera a conclusione del Mese di Maggio. È un gesto di fede con cui in modo semplice e devoto ci riuniamo sotto il manto materno di Maria. Quest’anno, poi, esso richiama alcuni aspetti importanti del Giubileo che stiamo celebrando: la lode, il cammino, la speranza e, soprattutto, la fede meditata e manifestata coralmente.

Avete recitato insieme il santo Rosario: preghiera, come ebbe a sottolineare San Giovanni Paolo II, dalla fisionomia mariana e dal cuore cristologico, che «concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico» (Lett. Ap. Rosarium Virginis Mariae, 16 ottobre 2002, 1).

E in effetti, meditando i Misteri gaudiosi, durante il cammino percorso, siete entrati e avete sostato, come in pellegrinaggio, in tanti luoghi della vita di Gesù: nella casa di Nazaret contemplando l’Annunciazione, in quella di Zaccaria contemplando la Visitazione – che oggi abbiamo celebrato –, nella grotta di Betlemme contemplando il Natale, nel Tempio di Gerusalemme contemplando la presentazione e poi il ritrovamento di Gesù. Vi hanno accompagnato, nell’Ave Maria ripetuta con fede, le parole dell’Angelo alla Madre di Dio: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te» (Lc 1,28) –, e quelle di Elisabetta che la accoglie con gioia: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!» (Lc 1,42).

I vostri passi, così, sono stati scanditi dalla Parola di Dio, che ne ha segnato, con il suo ritmo, il procedere, le soste e le partenze, proprio come per il popolo d’Israele nel deserto, in viaggio verso la Terra promessa.

Guardiamo, allora, alla nostra esistenza come a un cammino alla sequela di Gesù, da percorrere, come abbiamo fatto stasera, insieme a Maria. E chiediamo al Signore di saperlo lodare ogni giorno, «con la vita e con la lingua, col cuore e con le labbra, con la voce e con la condotta» (S. Agostino, Discorso 256, 1), evitando le stonature: la lingua intonata con la vita e le labbra con la coscienza (cfr ibid.).

Saluto i Signori Cardinali presenti, i Vescovi, i sacerdoti, le persone consacrate e tutti i fedeli. Desidero esprimere, in particolare, affetto e gratitudine alle Sorelle Benedettine del Monastero Mater Ecclesiae, che con la loro preghiera nascosta e costante sostengono la nostra comunità e il nostro lavoro.

Che la gioia di questo momento rimanga e cresca in noi, «nella nostra vita personale e familiare, in ogni ambiente, specialmente nella vita di questa famiglia che qui in Vaticano serve la Chiesa universale» (Benedetto XVI, Conclusione del mese di Maggio, 31 maggio 2012). Il Signore ci benedica e ci accompagni sempre e Maria interceda per noi. Grazie!