Domenica 11 Settembre : Sant Ambrogio

« Andrò da mio padre e gli dirò: ‘Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te » Questa è la prima cosa che dobbiamo dire al Creatore, al signore della misericordia, al giudice del peccato. Benché conosca tutto, Dio attende la nostra confessione; poiché “con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza” (Rom 10,10). (…)

Così diceva il figlio minore; ma non è sufficiente parlare, se non vai al Padre. Dove cercarlo, dove trovarlo? “Si levò”. Prima di tutto alzati, tu che finora eri seduto e addormentato. Senti quanto dice l’apostolo Paolo: “Svegliati, o tu che dormi, destati dai morti e Cristo ti illuminerà” (Ef 5,14). (…) In piedi dunque, corri in Chiesa: là è il Padre, là il Figlio, là lo Spirito Santo. Colui che ti sente parlare nel segreto dell’anima ti viene incontro. E quando sei ancora lontano, ti vede e accorre. Vede nel tuo cuore; accorre, affinché nessuno ti rallenti; e ti abbraccia anche. (…) Ti si getta al collo per sollevarti, poiché giacevi sotto il peso dei peccati, faccia a terra; ti volge verso il cielo perché tu possa cercarvi il Creatore. Cristo ti si getta al collo per toglierti il giogo della schiavitù e metterti il suo giogo di dolcezza. (…) Ti si getta al collo e dice: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò” (Mt 11,28). Così ti stringe a sé, se ti converti.

E fa portare un abito, un anello, le calzature. L’abito è il vestito della sapienza (…), l’abito spirituale e il vestito delle nozze. Cos’è l’anello se non il sigillo di una fede sincera e l’impronta della verità? Quanto alle calzature, è la predicazione della Buona Novella.