Domenica 28 Marzo 2021 : Commento San Bonaventura

Il buon Gesù, sorgente di ogni misericordia, per testimoniare la dolcezza della sua infinita bontà non una volta ha pianto sulla nostra miseria, ma molte volte. Una prima volta su Lazzaro, poi sulla città: sulla croce, i suoi occhi misericordiosi sparsero torrenti di lacrime per espiare tutti i peccati. (…) O cuore duro, (…) guarda il tuo medico in lacrime e “Fa’ lutto come per un figlio unico” (Ger 6,26). (…)

Dopo la risurrezione di Lazzaro, dopo che il vaso di profumo fu sparso sulla testa di Gesù, e dopo che la fama di Gesù si diffuse nel popolo, egli, prevedendo la folla venire da lui, salì su un asino, per dare un esempio mirabile d’umiltà in mezzo agli applausi del popolo accorso. Ma mentre la gente tagliava rami e stendeva abiti lungo il percorso e intonava canti di lode, lui non dimenticava la loro miseria e cominciava il lamento sulla distruzione della loro città.

Alzati, dunque, serva del Salvatore, per contemplare, come una delle figlie di Gerusalemme, “il tuo re Salomone” (Ct 3,11) negli onori che gli rende con venerazione sua Madre la Sinagoga, in questo mistero della Chiesa nascente. Accompagna fedelmente il Maestro del cielo e della terra seduto sul dorso dell’asino. Accompagnalo con i rami d’ulivo e le palme delle tue opere di pietà e delle conquiste delle tue virtù.