Domenica 7 Settembre : San Giovanni Cassiano
Parecchi, per seguire Cristo, dopo aver disprezzato fortune considerabili, somme enormi d’oro e d’argento, e proprietà magnifiche, si sono poi lasciati turbare per un raschietto, un punteruolo, un ago, una penna per scrivere. (…) Dopo aver distribuito tutte le proprie ricchezze per amore di Cristo, mantengono l’antica passione per cose futili, pronti all’ira per difenderle. Non avendo la carità di cui parla san Paolo, la loro vita diviene sterile. Il beato apostolo prevedeva questa disgrazia: « Se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova », diceva (1 Cor 13, 3). Questa è la prova evidente che non si giunge alla perfezione di colpo, con la sola rinuncia ad ogni ricchezza e il disprezzo degli onori, se non si aggiunge quella carità di cui l’apostolo descrive i vari aspetti.
Ora, essa consiste soltanto nella purezza di cuore. Infatti, cos’è respingere l’invidia, la vanità, l’ira, e la frivolezza, non cercare il proprio interesse, non godere dell’ingiustizia, non tenere conto del male ricevuto, e il resto (1 Cor 13, 4-5), se non offrire continuamente a Dio un cuore perfetto e purissimo, e tenerlo indenne da ogni moto di passione? La purezza di cuore sarà dunque il termine unico delle nostre azioni e dei nostri desideri.