Giovedì 10 Marzo : San Giovanni Cassiano

Cerchiamo nelle cose umane un paragone per l’incomparabile clemenza del nostro Creatore; non che pretendiamo di trovare in esse un’uguaglianza di tenerezza, ma almeno una certa somiglianza nella bontà.

Suppongo una madre piena di amore e di cura. Porta il suo bambino in braccio per molto tempo, finché finalmente gli insegna a camminare. E all’inizio lo lascia gattonare. Poi lo solleva e lo sostiene con la mano destra, in modo che impari a mettere i piedi l’uno davanti all’altro. Presto lo lascia per un momento; ma quando lo vede barcollare, lo prende rapidamente, sostiene i suoi passi esitanti, lo rialza se è caduto, o lo trattiene nella sua caduta, o, al contrario, lo lascia cadere dolcemente, per poi rialzarlo di nuovo. Tuttavia, è diventato un ragazzino; presto sarà nel pieno dell’adolescenza e della giovinezza. Allora gli fa portare dei carichi o gli assegna dei lavori che lo esercitano senza appesantirlo; lo lascia lottare con i suoi compagni.

Quanto meglio il nostro Padre del cielo sa chi deve portare in seno alla sua grazia, chi deve addestrare alla sua presenza alla virtù, lasciando che sia lui l’arbitro della sua volontà! Eppure, lo aiuta ancora nelle sue fatiche, ascolta i suoi appelli, non si sottrae alla sua ricerca, arriva persino a toglierlo dal pericolo a sua insaputa. Questo mostra chiaramente che i giudizi di Dio sono insondabili, e incomprensibili i modi in cui attira gli uomini alla salvezza.