Giovedì 11 Aprile : SantAgostino

Dio mio, luce dei ciechi e virtù dei deboli, e anche luce dei veggenti e virtù dei forti; volgi la tua attenzione sulla mia anima e ascolta chi grida dal profondo (Sal 130, 1). Se non fossero presenti anche nell’abisso le tue orecchie, dove ci volgeremmo? A chi grideremmo?

“Tuo è il giorno e tua la notte” (Sal 74, 16), al tuo cenno volano gli istanti. Concedimene un tratto per le mie meditazioni sui segreti della tua legge, non chiuderla a chi bussa (Mt 7, 7). Non senza uno scopo, certo, facesti scrivere tante pagine di fitto mistero. Né mancano le belle foreste, a cui le cerve (Sal 29, 9) vanno a rifugiarsi e si ristorano, vi spaziano e pascolano, vi si adagiano e ruminano. O Signore, compi la tua opera in me, rivelandomele.

Ecco, la tua voce è la mia gioia, la tua voce una delizia superiore a tutte le altre. Dammi ciò che amo. Perché io amo, e tu mi hai dato di amare. Non abbandonare i tuoi doni, non trascurare la tua erba assetata. Possa io proclamare quanto scoprirò nei tuoi libri. Che io faccia “risuonare voci di lode” (Sal 26, 7), abbeverarmi alla tua parola, contemplare le meraviglie della tua legge (Sal 119, 18) fin dall’inizio, quando creasti il cielo e la terra, e fino al regno eterno con te nella tua santa città.