Giovedì 13 Aprile : Beato Columba Marmion

Dove troveremo le parole di Gesù, quelle parole che debbono essere per noi “sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv 4,14)? Prima di tutto nel Vangelo. Lì noi ascoltiamo Gesù stesso, Verbo incarnato; lo vediamo rivelare l’ineffabile in parole umane, tradurre l’invisibile in gesti comprensibili per il nostro spirito limitato; dobbiamo solo aprire gli occhi, disporre il cuore, per conoscere la verità e gioirne. (…)

Siccome “Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre” (Eb 13,8), lui stesso lo rivela fin dall’Antico Testamento. Non ha detto che Mosè ha parlato della sua persona? Non ha forse rivelato spesso le profezie che lo riguardano? E i Salmi non parlano abbondantemente di lui al punto di essere, secondo la bella espressione di Bossuet, ” un Vangelo di Gesù Cristo in canti, diletto, azioni di grazia, pii desideri? (Élévations sur les mystères, Xe sem., 3e élév.)

E’ dunque tutto il tesoro delle Scritture che ci rivela Cristo; in ogni loro pagina leggiamo il suo nome. Quelle pagine sono piene di lui, della sua persona, della sua perfezione, dei suoi gesti; ognuna ci ridice il suo incomparabile amore, la sua bontà senza limiti, la sua infinita misericordia, la sua sapienza ineffabile; ci svelano le insondabili ricchezze del mistero della sua vita e del suo dolore, ci raccontano il supremo trionfo della sua gloria. (…)

Ma perché la sua parola sia in noi “viva ed efficace”, tocchi realmente l’anima, e diventi veramente sorgente di contemplazione e principio di vita, occorre che l’accogliamo con fede e umiltà, e con sincero desiderio di conoscere Cristo e di unirci a lui per camminare sulle sue tracce. La conoscenza intima e profonda, la percezione soprannaturale e feconda del senso delle Sante Lettere è un dono dello Spirito, dono così prezioso che nostro Signore stesso, Sapienza eterna, ha comunicato agli Apostoli in una delle sue ultime apparizioni (L. 24,45).