Giovedì 14 Marzo : San Gregorio Magno

“In cielo è il mio testimone e lassù chi mi conosce intimamente” (Gb 16,20 Vg). Quando il figlio era sulla terra aveva un testimone in cielo. Poiché il Padre è il testimone del Figlio, che dice nel Vangelo: “E il Padre che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me”. Ma è a giusto titolo chiamato anche colui che lo conosce intimamente, perché è con un’unica volontà, con unico consenso che il Padre opera sempre col Figlio. Ed è anche testimone perché “nessuno conosce il Figlio se non il Padre” (Mt 11,27). Il Figlio aveva quindi preso un testimone in cielo e lassù un amico intimo e fidato il giorno in cui coloro che lo vedevano morire nella carne non sapevano percepire la potenza della sua divinità. Ora, se gli uomini erano nell’ignoranza, nella sua morte tuttavia il Mediatore fra Dio e gli uomini sapeva che il Padre operava con lui. (…)

Come al beato Giobbe queste parole possono altrettanto applicarsi a ciascuno di noi. Chiunque infatti aspira in ogni suo atto alle lodi degli uomini cerca un suo testimone sulla terra. Ma chi con la sua condotta si sforza di piacere a Dio onnipotente considera che il suo testimone è in cielo. Succede spesso che le stesse nostre buone opere siano criticate da persone incaute. Ma chi ha il suo testimone in cielo non deve temere le critiche degli uomini.