Giovedì 18 Novembre : Primo libro dei Maccabei 2,15-29.

Ora vennero nella città di Modin i messaggeri del re, incaricati di costringere all’apostasia e a far sacrificare.
Molti Israeliti andarono da loro; invece Mattatia e i suoi figli si raccolsero in disparte.
I messaggeri del re si rivolsero a Mattatia e gli dissero: “Tu sei uomo autorevole e stimato e grande in questa città e sei sostenuto da figli e fratelli;
su, fatti avanti per primo e adempi il comando del re, come hanno fatto tutti i popoli e gli uomini di Giuda e quelli rimasti in Gerusalemme; così passerai tu e i tuoi figli nel numero degli amici del re e tu e i tuoi figli avrete in premio oro e argento e doni in quantità”.
Ma Mattatia rispose a gran voce: “Anche se tutti i popoli nei domini del re lo ascolteranno e ognuno si staccherà dal culto dei suoi padri e vorranno tutti aderire alle sue richieste,
io, i miei figli e i miei fratelli cammineremo nell’alleanza dei nostri padri;
ci guardi il Signore dall’abbandonare la legge e le tradizioni;
non ascolteremo gli ordini del re per deviare dalla nostra religione a destra o a sinistra”.
Terminate queste parole, si avvicinò un Giudeo alla vista di tutti per sacrificare sull’altare in Modin secondo il decreto del re.
Ciò vedendo Mattatia arse di zelo; fremettero le sue viscere ed egli ribollì di giusto sdegno. Fattosi avanti di corsa, lo uccise sull’altare;
uccise nel medesimo tempo il messaggero del re, che costringeva a sacrificare, e distrusse l’altare.
Egli agiva per zelo verso la legge come aveva fatto Pincas con Zambri figlio di Salom.
La voce di Mattatia tuonò nella città: “Chiunque ha zelo per la legge e vuol difendere l’alleanza mi segua!”.
Fuggì con i suoi figli tra i monti, abbandonando in città quanto avevano.
Allora molti che ricercavano la giustizia e il diritto scesero per dimorare nel deserto