Giovedì 24 Luglio : San Cirillo di Gerusalemme
Un albero sradicato, tagliato persino sul piede, poi ripiantato – il salice, per esempio – rispunta e rifiorisce; e un uomo sradicato dalla superficie della terra non rivivrà? I semi mietuti riposano, dormono nei granai e rivivono in primavera; e l’uomo mietuto, gettato nei granai della morte, non rivivrà? Una gemma di vigna, un ramo tagliato e trapiantato si ravvivano e portano frutti; e l’uomo per il quale tutto è stato creato, una volta caduto non potrà rialzarsi?
Contemplate ciò che succede attorno a voi. Meditate sul quadro di questo vasto universo. Semino un chicco di grano o di altro genere; cade, marcisce e non può più servire come cibo all’uomo. Eppure dalla propria putredine esso rinasce, sorge, si moltiplica. Ho seminato un solo chicco e ne raccolgo venti, trenta, e più. Ora per chi esso è stato creato? Non lo è forse per nostro uso? Non per se stessi questi semi sono usciti dal non essere. Dunque ciò che è stato creato per noi muore e rinasce, e noi, per i quali tale prodigio si opera ogni giorno, saremmo esclusi da tale beneficio? Come possiamo credere che non ci sarà una risurrezione per noi?