Giovedì 31 Luglio : San Gregorio Magno

“Si va consumando il mio spirito” (Gb 17,1 Vg). Lo spirito si consuma nel timore del giudizio, perché più l’anima degli eletti si sente vicina al giudizio supremo, più trema di paura nell’esame di coscienza e se viene a scoprire in se stessa qualche pensiero carnale, ella li consuma al fuoco della penitenza. (…) L’eletto si rende conto delle sue colpe con tanta più consapevolezza quando attende il giudice rigoroso che si avvicina.

Da ciò deriva che gli eletti sentono sempre vicina la loro fine. Poiché se l’anima dei riprovati si comporta spesso con scelleratezza, è perché crede di aver tanto tempo da vivere nel mondo. Così lo spirito dei giusti s’indebolisce e quello dell’ingiusto si consolida. Per il fatto stesso, infatti, che si gonfia d’orgoglio, non conosce il deperimento del suo spirito. Invece il giusto, considerando la brevità della vita, si allontana dal peccato dell’orgoglio e dell’impurità. Da ciò questa aggiunta: “I miei giorni saranno abbreviati, non mi resta che la tomba”. Chi considera ciò che sarà nella morte non agisce mai senza timore; e vedendosi quasi non più vivo, per così dire, vive in tutta verità davanti agli occhi di colui che l’ha creato. (…)

E’ in questa vigile ascesi che il giusto sfugge all’inganno del peccato. Perciò la Scrittura dice: “In tutte le tue opere ricordati della tua fine e non cadrai mai nel peccato” (Si 7,36).