Lunedì 13 Dicembre : San Cirillo di Gerusalemme

I profeti sono stati inviati, insieme con Mosè, per guarire Israele; loro però curavano tra le lacrime, non riuscendo a dominare il male, come ha detto uno di loro: «Ahimé! L’uomo pio è scomparso dalla terra» (Mi 7,2). (…) Grande era la ferita dell’umanità; dalla pianta dei piedi alla testa non c’era una parte sana, nessun punto dove poter mettere fascia, o olio, o benda (Is 1,6). I profeti sfiniti dalle lacrime dicevano: «Chi verrà da Sion a dare la salvezza?» (Sal 14,7). (…) E un altro profeta supplica in questi termini: «Signore, piega il tuo cielo e scendi» (Sal 144,5). Le ferite dell’umanità superano i nostri rimedi. Hanno ucciso i profeti e demolito i tuoi altari (1 R 19,20). La nostra miseria non può essere guarita da noi; abbiamo bisogno di te per rialzarci.

Il Signore ha esaudito la preghiera dei profeti. Il Padre non ha disprezzato la nostra razza straziata; ha mandato dal cielo suo Figlio come medico. «Viene il Signore che voi cercate, e subito verrà» dice un profeta. Dove? «Nel suo Tempio» (Ml 3,1), dove avete lapidato il suo profeta (2 Cr 24,21). (…) Dio ha detto ancora: «Ecco, io vengo ad abitare in mezzo a te. Nazioni numerose aderiranno in quel giorno al Signore» (Zc 2,14). (…) Ora verrà a radunare tutti i popoli e tutte le lingue (Is 66,18), poiché «venne fra la sua gente ma i suoi non l’hanno accolto» (Gv 1,11).

Vieni; e cosa doni alle genti? «Io verrò a radunare tutti i popoli. Io porrò in essi un segno» (Is 66,19). Infatti in seguito al mio combattimento sulla croce, dono a ciascuno dei miei soldati di portare sulla fronte il sigillo regale (Ap 7,4). Un altro profeta ha detto: «Abbassò i cieli e discese, fosca caligine sotto i suoi piedi» (Sal 18,10). Ma la sua discesa dai cieli è rimasta sconosciuta agli uomini.