Lunedì 13 Ottobre : Afraate

I figli di Ninive fecero un vero digiuno puro, quando Giona predicò loro la conversione. Così è scritto infatti: Quando sentirono la predicazione di Giona, bandirono un digiuno continuo, una supplica ininterrotta, seduti sulla cenere. Tolti i manti delicati, si coprirono di sacco. Rifiutarono ai bimbi il seno della madre, agli animali, grandi e piccoli il pascolo (Gn 3). (…)

Ed ecco ciò che dice la Scrittura: “Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece”. Non dice: “Vide un’astinenza da pane e da acqua, con il sacco e la cenere”, bensì: “Che si erano convertiti dalla loro condotta malvagia”. (…) E’ questo un digiuno puro; e fu accettato il digiuno che fecero gli abitanti di Ninive, quando si convertirono dalla loro condotta malvagia e dalla cupidigia delle loro mani. (…)

Infatti, amico mio, quando uno digiuna, è sempre l’astinenza dalla malvagità la cosa migliore. E’ meglio dell’astinenza da pane e acqua, meglio che “piegare come un giunco il capo e avere sacco e cenere per letto” come dice Isaia (58,5). Infatti, quando uno si astiene da pane, da acqua o da qualche cibo, quando si copre con il sacco e la cenere o si lamenta, è amato, bello e gradito. Ma è più gradito quando umilia se stesso, “scioglie le catene” dell’empietà e “toglie i legami” della menzogna. Allora “la sua luce sorgerà come l’aurora, e davanti a lui camminerà la sua giustizia. Sarà come un giardino irrigato, come una sorgente le cui acque non inaridiscono” (Is 58,6ss).