Lunedì 14 Febbraio : San Giovanni Paolo II

L’intenso desiderio dell’unione spirituale fra tutti i credenti in Cristo ispirò i due santi fratelli nella loro missione, finalizzata allo scopo di fare dei popoli da loro evangelizzati, nella nascente Europa, un vincolo di unione fra l’Oriente e l’Occidente. A tal fine, Cirillo e Metodio decisero di tradurre i libri sacri nella lingua slava, “gettando con questo le basi di tutta la letteratura nelle lingue degli stessi popoli”… Lodare Dio nella propria lingua, consapevoli della propria identità nazionale e culturale e, nello stesso tempo, procurare la più profonda unione tra tutti i cristiani, sia dell’Oriente sia dell’Occidente, non è forse questo il programma missionario confermato e raccomandato anche di recente dal Concilio Vaticano II?

Il fatto che tale programma già undici secoli fa fosse approvato e incoraggiato dalla Sede romana fu certamente uno dei grandi “segni dei tempi”, che preannunciavano un nuovo volto per l’Europa nascente. Nonostante le alterne vicende e le grandi difficoltà, succedutesi nella storia, possiamo riconoscere che la liturgia slava e la cultura edificata sulle basi gettate dai due santi fratelli sono ancor oggi una testimonianza innegabile della viva continuità dell’eredità cirillo-metodiana. Anche il desiderio della piena unione dei cristiani si è fatto spesso sentire fra i popoli slavi, specie in tempi di calamità.