Lunedì 16 Giugno : Santa Caterina da Siena

[Santa Caterina ha sentito Dio dirle:] E’ per il prossimo che l’uomo sperimenta di possedere la pazienza, quando riceve da lui un’ingiuria. E’ l’orgoglioso che gli fa prendere coscienza della sua umiltà, come il non credente della sua fede, il disperato della sua speranza, l’ingiusto della sua giustizia, il crudele della sua misericordia, l’iracondo della sua mansuetudine e bontà. Tutte le virtù si provano e sono generate grazie al prossimo, come anche per mezzo del prossimo i cattivi mostrano tutta la loro malizia. (…)

Quando vede l’infedele che non spera in me – poiché chi non mi ama non può avere fede né fiducia in me, non crede e non spera che nella propria sensualità che assorbe tutto il suo amore – il mio servo fedele non lascia però che fedelmente non l’ami e sempre con speranza non cerchi in me la sua salvezza. Così è che vedi che nella loro infedeltà e mancanza di speranza la prova della fede del credente.

Non solo si prova la virtù in coloro che rendono bene per male, ma ti dico che spesse volte la cosa fa di loro carboni ardenti di fuoco di carità, la cui fiamma dissolve e l’odio e il rancore del cuore e della mente dell’ iracondo, trasformando l’inimicizia in benevolenza. Tale è l’efficacia della carità e della perfetta pazienza in colui che sostiene l’ira dell’iniquo e sopporta i suoi difetti.

Se tu guardi la virtù della fortezza e perseveranza, ella è provata nel molto sostenere le ingiurie e maldicenze degli uomini, che spesse volte, quando per ingiuria e quando con lusinghe, vogliono ritrarsi dal seguire la via e la dottrina della Verità. Ella resta incrollabile e resiste ad ogni avversità se la virtù della fortezza è stata dentro concepita; allora ne vediamo la prova nei rapporti col prossimo.