Lunedì 18 Agosto : San Clemente dAlessandria

Questo giovane sa bene che, nonostante nulla manchi alla sua virtù, c’è ancora qualcosa che manca alla sua vita. Perciò viene a chiederla all’unico che può dargliela. E’ certo di essere a posto con la Legge; tuttavia implora il Figlio di Dio. Passa da una fede ad un’altra. Gli ormeggi della Legge non lo difendono dal rollio, inquieto, lascia l’ancoraggio pericoloso e viene a gettare l’ancora nel porto del Salvatore.

Gesù non gli rimprovera di aver mancato a qualche articolo della Legge, ma si mette ad amarlo (Mc 10,21), commosso dall’impegno di questo allievo. Tuttavia lo definisce ancora imperfetto (…): è un buon operaio della Legge, ma pigro per la vita eterna. Va già bene, senza dubbio; “la santa Legge” è come un pedagogo (Rm 7,27; Gal 3,24) che insegna col timore e avvia verso i sublimi comandamenti di Gesù e verso la grazia. “Ora, il termine della legge è Cristo, perché sia data la giustizia a chiunque crede” (Rm 10,4). Egli non è uno schiavo che fa degli schiavi, ma dona la qualità di figli, fratelli, coeredi, a tutti coloro che compiono la volontà del Padre (Rm 8,17; Mt 12,50). (…)

Questa parola “Se lo vuoi” mostra magnificamente la libertà del giovane; sta a lui scegliere, è padrone della sua decisione. Ma è Dio che dona, perché è il Signore. Dona a tutti coloro che vogliono e s’impegnano con tutto il cuore e pregano, perché la salvezza sia la loro scelta. Nemico della violenza, Dio non costringe alcuno, ma porge la grazia a coloro che la cercano, la offre a coloro che la chiedono, apre a coloro che bussano (Mt 7,7).