Lunedì 5 Maggio : San John Henry Newman

Cristo ha rifiutato di rendere testimonianza a se stesso, di dire chi era e da dove veniva; è stato in mezzo ai suoi contemporanei « come colui che serve » (Lc 22,27). Sembra che gli apostoli abbiano capito chi era stato con loro soltanto dopo la risurrezione e soprattutto dopo l’ascensione, quando è sceso lo Spirito Santo. Quando tutto era finito, l’hanno capito, ma non sul momento. Ora vediamo qui, secondo me, la manifestazione di un principio generale che ci si presenta spesso, sia nella Scrittura che nel mondo: non discerniamo la presenza di Dio nel momento in cui essa è con noi, ma soltanto dopo, quando rivolgiamo lo sguardo verso ciò che è successo e che non c’è più…

Ci capitano cose piacevoli o difficili; non ne percepiamo sul momento il significato; non vediamo in esse la mano di Dio. Se abbiamo molta fede, crediamo ciò che non vediamo e riteniamo che viene da lui quanto ci capita. Però, lo accettiamo o no nello Spirito di fede, certamente non c’è altro modo di accettarlo. Non vediamo nulla. Non vediamo perché ci capiti tale cosa, o a cosa essa tenda. Un giorno, Giacobbe esclamò: « Su di me tutto questo ricade! » (Gen 43,36). Certamente sembrava che fosse proprio così… Eppure tutte le sue sventure dovevano finire bene. Considerate il suo figlio Giuseppe, venduto dai fratelli, portato in Egitto, imprigionato, con le catene che gli entravano nell’anima, e che aspettava che il Signore gettasse su di lui uno sguardo benevolo. Più volte il testo sacro dice: « Il Signore era con Giuseppe »… Dopo lui ha capito ciò che sul momento era tanto misterioso, e disse ai suoi fratelli: « Dio mi ha mandato qui prima di voi, per assicurare a voi la sopravvivenza. Non siete stati voi a mandarmi qui, ma Dio » (Gen 45,7).

Meravigliosa provvidenza, così silenziosa eppure così efficace, così costante e infallibile! Distrugge il potere di Satana; costui infatti non può discernere la mano di Dio all’opera nel corso degli eventi.