Martedì 1 Giugno 2021 : Commento Tertulliano
“E Dio – dice la Scrittura – plasma l’uomo con la polvere del suolo”. Non era ancora della malta e già è pronunciato il nome di “uomo”. Quale onore prodigioso per il fango, questo nulla, d’essere toccato dalle mani di Dio! Non bastava a Dio il semplice contatto, e null’altro, per formare l’uomo? Ma vedere Dio lavorare questo fango, si capisce che si trattava di un’opera straordinaria. Le mani di Dio erano all’opera, toccavano, impastavano, stendevano, plasmavano questa argilla che non smetteva di nobilitarsi ad ogni tocco delle divine mani. Immaginati Dio occupato, impegnato totalmente a questa creazione: mani, spirito, attività, consiglio, sapienza, provvidenza, amore soprattutto orientavano il suo lavoro! E’ che con questo fango che plasmava, Dio intravedeva già Cristo, che un giorno sarebbe stato uomo, come questo fango: Verbo fatto carne, come la terra che aveva fra le mani.
Ecco il senso della prima parola del Padre al Figlio: “Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza” (Gen 1,26). Dio ha modellato l’uomo secondo l’immagine di Dio, cioè secondo Cristo (…) Da allora il fango che rivestiva l’immagine di Cristo, come si sarebbe manifestato nell’incarnazione futura, non era solo l’opera di Dio, ma anche la garanzia di Dio.