Martedì 11 Luglio : San Paolo VI

Messaggero di pace, artefice dell’unione, maestro di civilizzazione, e prima di tutto araldo della religione di Cristo e fondatore della vita monastica in occidente, ecco i titoli che giustificano la glorificazione di San Benedetto, abate. Mentre crollava l’Impero romano ormai al suo termine, e affondavano nelle tenebre parecchie regioni dell’Europa, quando altre non conoscevano ancora la civilizzazione e i valori spirituali, egli, con uno sforzo costante e assiduo, fece sorgere sul nostro continente l’aurora di un’era nuova. Egli, principalmente, insieme ai suoi figli, con la croce, il libro e l’aratro, porteranno il progresso cristiano alle popolazioni che si estendevano dal mare Mediterraneo alla Scandinavia, dall’Irlanda alle pianure della Polonia.

Con la croce, cioè con la legge di Cristo, consolidò e sviluppò l’organizzazione della vita pubblica e privata. Conviene ricordare che insegnò agli uomini il primato del culto divino con l’Ufficio divino, cioè la preghiera liturgica e assidua. Con il libro poi, cioè con la cultura, nel momento in cui il patrimonio umanista stava per perdersi, San Benedetto, donando a tanti monasteri fama e autorità, ha salvato con una sollecitudine provvidenziale la tradizione classica degli antichi, trasmettendola intatta alla posterità e restaurando il culto del sapere.

Infine con l’aratro, cioè con l’agricoltura e altre iniziative simili, riuscì a trasformare terreni desertici e incolti in campi fertili e graziosi giardini. Unendo la preghiera al lavoro materiale, secondo la sua famosa parola: « Ora et labora » (prega e lavora), nobilita ed eleva il lavoro dell’uomo. Perciò, Pio XII salutò a ragione in San Benedetto, il « padre dell’Europa ». (…)