Martedì 2 Agosto : Santa Elisabetta della Trinità

“Si prostravano davanti a Colui che siede sul trono e adoravano Colui che vive nei secoli dei secoli e gettavano le loro corone davanti al trono, dicendo: ‘Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l’onore e la potenza’” (Ap 4,10s). Come imitare nel cielo della mia anima questa presenza di beati nel cielo della gloria? Come raggiungere questa lode, questa adorazione senza fine? San Paolo mi dà una luce a questo proposito quando desidera per i suoi che “il Padre li rafforzi col suo Spirito, in modo che il Cristo abiti per la fede nei loro cuori e siano radicati e fondati nella carità” (Ef 3,16s). Essere radicato e fondato nell’amore: questa, mi sembra, la condizione per riempire degnamente il proprio compito di “lode di gloria” (Ef 1,6.12.14). L’anima che penetra e dimora nelle profondità di Dio…, che di conseguenza fa tutto “in lui, con lui, per mezzo di lui e per lui”…, quest’anima si radica più profondamente in Colui che ama, con ogni movimento, aspirazione, come con ogni atto, per quanto ordinario sia. In lei tutto rende omaggio a Dio tre volte santo: ella è per così dire un “Sanctus” perpetuo, una lode di gloria incessante!

“Si prostrano, adorano, gettano le loro corone”. Dapprima l’anima deve prostrarsi, tuffarsi nell’abisso del suo nulla, immergervisi così profondamente da … trovare la pace vera, immutabile e perfetta che nulla può turbare, poiché ella è precipitata così in basso che nessuno andrà a cercarla laggiù. Allora ella potrà adorare.