Martedì 2 Dicembre : Lettera a Diogneto

Nella mitezza e nella bontà come un re manda suo figlio, Dio inviò Dio, il Verbo, fra gli uomini; lo mandò come chi salva, per persuadere, non per far violenza. A Dio non si addice la violenza. Lo mandò per chiamare non per accusare; lo mandò per amore non per giudicare. (…)

Nessun uomo lo vide e lo conobbe, ma egli stesso si rivelò a noi. Si rivelò mediante la fede, con la quale solo è concesso vedere Dio. Dio, Signore e Creatore dell’universo, che ha fatto tutte le cose e le ha stabilite in ordine, non solo si mostrò amico degli uomini, ma anche magnanimo. Tale fu sempre, è e sarà: eccellente, buono, mite e veritiero, il solo buono.

Avendo pensato un piano grande e ineffabile lo comunicò solo al Figlio. Finché lo teneva nel mistero e custodiva il suo saggio volere, pareva che non si curasse e non pensasse a noi. Dopo che per mezzo del suo Figlio diletto rivelò e manifestò ciò che aveva stabilito sin dall’inizio, ci concesse insieme ogni cosa, cioè di partecipare ai suoi benefici, di vederli e di comprenderli. Chi di noi se lo sarebbe aspettato?