Martedì 21 Febbraio : Santa Caterina da Siena
Come trapiantare quest’albero nella valle e nella terra dell’umiltà? Ve lo dico: attraverso una vera conoscenza di sé, con l’odio e il distacco dalla sensualità; non potremo mai essere umili altrimenti. Saremo allora fra due grandi montagne, fra la virtù della fortezza e la virtù della pazienza, che ricevono gli assalti di tutti i venti contrari; e, più i venti sono contrari, più l’anima si fortifica e mostra di essere forte con la prova della pazienza.
Allora le virtù si conservano e maturano dando dottrina con la parola ed edificazione al prossimo, con i fiori profumati dei suoi santi pensieri del giusto giudizio, vedendo in sé e nel prossimo la volontà di Dio – che non vuole che il nostro bene – e non la volontà degli uomini; mortificando il proprio giudizio, uccidendo la sua volontà, custodendo e nutrendo l’albero della carità del prossimo con l’ardente desiderio della salvezza del prossimo e dilettandosi di questo cibo per onore di Dio.
Oh! Quanto è bello l’albero della nostra anima, quando è piantato così dolcemente, perché si conforma all’umiltà dell’Agnello senza macchia che ci ha dato la vita e s’illumina d’un sole di grazia e misericordia; e questa misericordia tutti i nostri meriti non l’avrebbero potuta ottenere. Ma, perché Dio si è umiliato fino all’uomo dandoci il dolce e amoroso Verbo, perché il Verbo, il Figlio di Dio, si è abbassato nella sua pazienza fino alla morte obbrobriosa della Croce, le nostre azioni e le nostre virtù acquistano meriti grazie alla sua umiltà e alla virtù del suo sangue prezioso versato con così grande amore.