Martedì 26 Ottobre : Beato Maria Eugenio di Gesù Bambino

Il termine “unione trasformante” evoca in primo luogo la rigenerazione spirituale e trasformazione completa dell’anima attraverso l’amore. L’anima “è diventata divina e Dio per partecipazione” (San Giovanni della Croce, Cant. Spir., str. 27). La sua unione con Dio è tale che sono diventati “due nature in un solo spirito e amore di Dio”. La pienezza di queste parole rivela i suoi segreti solo alla luce delle definizioni della grazia santificante e delle sue proprietà.

La grazia santificante data nel battesimo è una reale partecipazione alla vita divina. Entra nella nostra anima, stabilisce la sua sede nella sostanza come qualità essenziale, e prende possesso delle facoltà attraverso le virtù infuse. Non rimane sulla superficie come una vernice o all’esterno come un innesto che prolunga il ramo. È veramente infuso e penetra nelle profondità come un semplice corpo, come un olio versato e un lievito la cui azione pervasiva e penetrazione non può essere fermata. L’anima e le facoltà sono così avvolte e penetrate da questa vita divina. In effetti, la vita spirituale non è altro che questa progressione di conquista della vita divina per invasione progressiva. La grazia è davvero quel lievito che una donna mette in tre misure di farina. (…)

Si trasforma solo per unirci di più a Dio. Unione e trasformazione vanno di pari passo. Questa è infatti la proprietà essenziale dell’amore, e questa grazia è la carità come Dio è amore. (…) La grazia o l’amore che invade l’anima e la trasforma è solo una partecipazione creata della natura divina. Appartiene all’anima e rimane distinta da Dio. Tuttavia, è dato solo per unirsi al principio da cui procede. Getta l’anima nell’inferno infinito che è Dio stesso e la mantiene lì con un’unione costante come nel suo elemento vitale.