Martedì 8 Marzo : Tertulliano

La preghiera della domenica è davvero un riassunto di tutto il Vangelo. Inizia con una testimonianza a Dio e un atto di fede, quando diciamo: “Padre nostro che sei nei cieli”. Preghiamo Dio e proclamiamo la nostra fede con questa invocazione. Sta scritto: “A coloro che lo hanno accolto, ha dato il potere di diventare figli di Dio” (Gv 1,12). Inoltre, il Signore chiama spesso Dio nostro Padre: meglio ancora, ci ha comandato di non chiamare nessuno sulla terra con il nome di Padre; di riservare questo nome al Padre celeste (Mt 23,9). Pregando in questo modo, obbediamo alla sua volontà. Beati quelli che riconoscono il Padre!

Dio rivolge questo rimprovero a Israele, lo Spirito prende come testimoni il cielo e la terra, dicendo: “Ho generato dei figli, ma non mi hanno riconosciuto” (Is 1,12). Chiamarlo Padre è riconoscerlo come Dio. Questo titolo è una testimonianza di misericordia e di potenza. Anche noi invochiamo il Figlio nel Padre. “Io e il Padre”, dice, “siamo uno” (Gv 10,30). Né dobbiamo dimenticare la Chiesa, nostra madre. Nominare il Padre e il Figlio è proclamare la Madre, senza la quale non c’è né Figlio né Padre. Così, con una sola parola, lo adoriamo con i suoi, obbediamo al suo precetto e ripudiamo coloro che hanno dimenticato il loro Padre.