Martedì 9 Settembre : Santa Teresa di Calcutta

Credo che le nostre sorelle abbiano ricevuto quel dono della gioia che si percepisce in molti religiosi che si sono dati a Dio senza riserva. La nostra opera non è altro che l’espressione del nostro amore per Dio. Questo amore ha bisogno di qualcuno per essere accolto, e così la gente che incontriamo ci dà la possibilità di esprimerlo.

Abbiamo bisogno di trovare Dio, e ciò non è possibile nell’agitazione né nel rumore. Dio è amico del silenzio. In quale silenzio crescono gli alberi, i fiori e l’erba! In quale silenzio si muovono le stelle, la luna e il sole! Non è forse la nostra missione dare Dio ai poveri dei tuguri? Non però un Dio morto, bensì un Dio vivente e amante. Quanto più riceviamo nella preghiera silenziosa, tanto più possiamo dare nella nostra vita attiva. Abbiamo bisogno del silenzio per diventare capaci di toccare le anime. L’essenziale non è ciò che diciamo, ma ciò che Dio dice e dice attraverso di noi. Tutte le parole saranno vane finché non verranno dall’intimità più profonda. Le parole che non trasmettono la luce di Cristo accrescono le tenebre.

Il progresso nella santità dipende da Dio e da noi stessi, dalla grazia di Dio e dalla nostra volontà di essere santi. Dobbiamo prendere l’impegno vitale di giungere alla santità. «Voglio essere un santo» significa: Voglio distaccarmi da quanto non è Dio, voglio spogliare il mio cuore di ogni cosa creata, voglio vivere nella povertà e nel distacco, voglio rinunciare alla mia volontà, alle mie inclinazioni, ai miei capricci e ai miei gusti e farmi servo docile della volontà di Dio.