Mercoledì 10 Settembre : San Gregorio Nisseno

Poiché tutti gli uomini sono portati quasi naturalmente alla superbia, il Signore comincia le Beatitudini respingendo il male originale della sufficienza e consigliando di imitare il vero Povero volontario che é veramente beato – in modo da assomigliargli con una povertà volontaria, secondo quanto è in nostro potere, per partecipare alla sua beatitudine, alla sua felicità. “Abbiate gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo” (Fil 2, 5-7).

Che cosa c’è di più miserabile per Dio che assumere la condizione di servo? Che cosa di più infimo per il Re dell’universo che condividere la nostra natura umana? Il Re dei re e il Signore dei signori, il Giudice dell’universo (1 Tm 6,17; Eb 12,23) paga le tasse a Cesare. Il Maestro della creazione che abbraccia il mondo entra in una grotta, non trova posto nell’albergo e prende rifugio in una stalla, in compagnia di animali senza ragione. Colui che è puro e immacolato prende su di sé le sozzure della natura umana e, dopo aver condiviso tutta la nostra miseria, va fino all’esperienza della morte. Considera la dismisura della sua povertà volontaria! La Vita assaggia la morte, il Giudice è trascinato davanti al tribunale, il Maestro di ogni vita si sottopone ad un magistrato, il Re delle potenze celesti non si sottrae alle mani dei carnefici. Con questo esempio, disse l’apostolo Paolo, si misura la sua umiltà (Fil 2, 5-7).