Mercoledì 16 Dicembre 2020 : Commento Sant’Ambrogio

Sapendo che nessuno può credere con pienezza senza il Vangelo, perché la fede comincia dall’Antico Testamento, ma ha compimento nel Nuovo, quando lo interrogarono sulla sua identità, Il Signore dimostrò di essere lui non con le parole, ma coi fatti: “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: i ciechi recuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l’udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella”. Tale testimonianza è perfetta, poiché di lui era stato profetizzato: “Il Signore libera i prigionieri, il Signore ridona la vista ai ciechi, il Signore rialza chi è caduto… Il Signore regna per sempre” (Sal 146, 7ss). Questi non sono i segni di un potere umano bensì  divino.

Eppure questi esempi della testimonianza del Signore sono ancora poco: pienezza della fede è la croce del Signore, la sua morte, la sua sepoltura. Perciò alle parole suddette aggiunse: “Beato colui che non si scandalizza di me”  (Mt 11,6). La croce potrebbe essere uno scandalo anche per gli eletti, ma per quanto riguarda la Persona divina, non può esistere testimonianza più valida di questa, nulla vi è che trascenda le cose umane quanto il volontario sacrificio di tutto se stesso, e di sé solo, per la salvezza del mondo: con questo unico atto egli dimostra pienamente di essere il Signore. Per questo Giovanni lo indica con le parole: « Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo » (Gv 1,29).