Mercoledì 22 Febbraio : San Cirillo di Gerusalemme
Ezechia con la sua conversione fece annullare una decisone divina già presa. Era malato. Isaia gli dice: “Dà disposizioni per la tua casa, perché morirai e non guarirai” (“R 20,1; Is 38,1). (…) Ezechia non si sottrasse alla penitenza. Gli tornò alla memoria la parola della Scrittura: “Nella conversione e nella calma sta la vostra salvezza, nell’abbandono confidente sta la vostra forza” (Is 30,15), si volse verso la muraglia e dal suo letto spinse il pensiero al cielo ( lo spessore dei muri infatti non ritardano le preghiere che salgono da un cuore ardente): “Signore – disse – ricordati di me” (Is 38,3). Basta infatti, perché guarisca, che ti ricordi di me. (…) E l’uomo, a cui la sentenza del profeta aveva tolto ogni speranza di sopravvivere, si vide attribuire un supplemento di quindici anni, mentre il sole, a conferma, tornava indietro. Così dunque, il sole retrocesse per Ezechia, e per Cristo il sole si eclissò: non retrocesse, si eclissò, mostrando la differenza fra i due, Ezechia e Gesù. Il primo ebbe il potere d’annullare una sentenza di Dio, e Gesù non accorderebbe il perdono dei peccati?
Voltati e piangi su di te, chiudi la porta e prega perché ti siano rimessi i peccati, affinché Dio allontani da te le fiamme ardenti: poiché la confessione ha la forza di spegnere lo stesso fuoco, come può ammansire i leoni. (…) Anche voi allora, confessate con tutto il cuore i vostri peccati al Signore, per ottenere da una parte il perdono dei peccati passati, ricevere inoltre il dono celeste ed infine ereditare con tutti i santi il regno dei cieli, in Cristo Gesù a cui appartiene la gloria nei secoli dei secoli. Amen.