Mercoledì 3 Febbraio 2021 : Commento Lettera a Diogneto

Il Padre mandò il Verbo come sua grazia, perché si manifestasse al mondo. Disprezzato dal popolo, annunziato dagli apostoli, fu creduto dai pagani. Egli fin dal principio (Gv 1,1) apparve nuovo ed era antico, e ognora diviene nuovo nei cuori dei fedeli. Egli eterno, in eterno viene considerato Figlio (Sal 2,7).

Per mezzo suo la Chiesa si arricchisce e la grazia diffondendosi nei fedeli si moltiplica. Essa ispira saggezza, svela i misteri, preannuncia i tempi, si rallegra per i fedeli, si dona a quelli che la cercano, senza infrangere i giuramenti della fede né oltrepassare i limiti posti dai Padri. Si celebra poi il timore della legge, si riconosce la grazia dei profeti, si conserva la fede dei Vangeli, si conserva la tradizione degli apostoli e la grazia della Chiesa esulta.

Non contristando tale grazia, saprai ciò che il Verbo dice per mezzo di quelli che vuole, quando vuole. (…) Attendendo e ascoltando con cura, conoscerete quali cose Dio prepara a quelli che lo amano rettamente. Diventano un paradiso di delizie e producono in se stessi, ornati di frutti vari, un albero fruttuoso e rigoglioso. In questo luogo, infatti, fu piantato l’albero della scienza e l’albero della vita (Gen 2,9). (…) La scienza sia il tuo cuore e la vita la parola vera recepita. Portandone l’albero e cogliendone il frutto abbonderai sempre delle cose che si desiderano davanti a Dio.