Mercoledì 6 Agosto : Un autore siriaco anonimo del VI secolo

Il nostro Signore Gesù Cristo ha portato con sé sul monte Pietro, Giacomo e Giovanni per mostrare loro la gloria della sua divinità e far loro conoscere che egli era il Redentore di Israele, come lo aveva mostrato nei profeti. Voleva anche avvertirli affinché non fossero scandalizzati quando avrebbero veduto la sofferenza liberamente accettata che egli stava per soffrire per noi nella sua natura umana. Lo conoscevano infatti come uomo, ma ignoravano che egli fosse Dio; lo conoscevano come figlio di Maria, un uomo che viveva con loro nel mondo, ma sul monte ha fatto loro conoscere che era Figlio di Dio, e Dio lui stesso.

Lo avevano visto mangiare e bere, lavorare e riposarsi, assopirsi e dormire, subire lo spavento fino al sudore, il che non sembrava in armonia con la natura divina e sembrava convenire solo alla sua umanità. Per questo li ha portati con sé sul monte affinché il Padre lo chiamasse suo Figlio e mostrasse loro che egli era davvero suo Figlio, e Dio egli stesso. Li ha portati sul monte e ha mostrato loro il suo Regno prima di manifestare le sue sofferenze, la sua potenza prima della morte, la sua gloria prima degli oltraggi e il suo onore prima dell’ignominia. Così, quando sarebbe stato preso e crocifisso, gli apostoli avebbero saputo che ciò accadeva non per la debolezza bensì col suo consenso e per sua iniziativa, per la salvezza del mondo.