Mercoledì 6 Aprile : Origene

“Io sono il Signore tuo Dio che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù. (Es 20,2) Queste parole non sono rivolte solo a coloro che una volta uscirono dall’Egitto, ma ancor di più a te che le stai ascoltando ora, se tuttavia esci dall’Egitto. (…) Pensaci: gli affari di questo mondo e le azioni della carne non sono forse questa condizione di schiavitù e, d’altra parte, la fuga dalle cose di questo mondo e la vita secondo Dio non è forse la condizione della libertà, secondo quanto dice il Signore nel Vangelo: “Se rimanete nella mia parola, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”?

Sì, l’Egitto è la condizione della schiavitù; Gerusalemme e la Giudea, la condizione della libertà. Ascolta l’apostolo Paolo che dice a questo proposito (…): “La Gerusalemme di lassù è libera ed è la nostra madre” (Gal 4,26). E come l’Egitto, questa provincia terrena, è chiamata “casa di schiavitù” per i figli d’Israele in confronto a Gerusalemme e alla Giudea, che diventano per loro una casa di libertà, così, in confronto alla Gerusalemme celeste, che è, si potrebbe dire, la madre della libertà, il mondo intero con tutto ciò che contiene è una casa di schiavitù. In passato, come punizione per il peccato, c’era il passaggio dal paradiso della libertà alla schiavitù di questo mondo (…); per questo la prima parola che apre i comandamenti di Dio riguarda la libertà: “Io sono il Signore tuo Dio che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione della schiavitù”.