Mercoledì 9 Marzo : San Pietro Crisologo

Tutta la storia di Giona lo mostra come una perfetta prefigurazione del Salvatore. (…) Giona è sceso a Giaffa per salire su una nave diretta a Tarsis (…); il Signore è sceso dal cielo sulla terra, la divinità verso l’umanità, la sovrana potenza è scesa fino alla nostra miseria (…), per imbarcarsi sulla nave della sua Chiesa. (…)

E’ Giona stesso che prende l’iniziativa di farsi buttare a mare: «Prendetemi, disse, buttatemi a mare»; annuncia così la Passione volontaria del Signore. Quando la salvezza di molti dipende dalla morte di uno solo, la morte è nelle mani di quell’uomo che liberamente può ritardarla, o al contrario anticiparla per affrontare il pericolo. E’ qui prefigurato tutto il mistero di Cristo. La morte non è per lui una necessità; è una sua libera scelta. Ascoltatelo: «Ho il potere di offrire la mia vita e il potere di riprenderla di nuovo: nessuno me la toglie» (Gv 10,18). ( …)

Guardate l’enorme pesce, immagine orribile e crudele dell’inferno. Divorando il profeta, sente la forza del Creatore (…) e offre con timore l’ospitalità delle sue viscere al viaggiatore venuto dall’alto. (…) E dopo tre giorni (…) lo restituisce alla luce, per darlo ai pagani. (…) Questo il segno, l’unico segno, che Cristo ha voluto dare agli scribi ed ai Farisei (Mt 12,39), per far loro comprendere che la gloria che speravano da Cristo stava per rivolgersi anche ai pagani: i Niniviti sono il simbolo delle nazioni che hanno creduto in lui. (…) Fratelli, che gioia per noi! Ciò che simbolicamente è stato annunciato e promesso, ora noi faccia a faccia, in tutta verità, lo veneriamo, lo vediamo, lo possediamo.