Parole del Santo Padre al termine della messa presieduta dal Card. Arinze, in occasione del pellegrinaggio giubilare per la pace in Africa (26 maggio 2025)
Buon pomeriggio a tutti voi, in particolare ai rappresentanti.
Potete sedervi, ma io resterò in piedi. Sono venuto solo per un momento, per salutarvi tutti e per darvi il benvenuto a Roma, in Vaticano, nella Basilica di San Pietro, e per unirmi brevemente a voi in questo pellegrinaggio giubilare durante l’Anno Santo, un anno che ispira tutti noi e invita tutti noi a cercare la speranza, ma anche a essere segni di speranza.
Com’è importante che ogni persona battezzata si senta chiamata da Dio a essere segno di speranza nel mondo di oggi.
È la nostra fede che ci dà la forza. È la nostra fede che ci permette di vedere la luce di Gesù Cristo nelle nostre vite e di capire quanto sia importante vivere la nostra fede.
Non solo la domenica, non solo durante un pellegrinaggio, ma ogni giorno, di modo che saremo ricolmi della speranza che solo Gesù Cristo può darci e tutti insieme continueremo a camminare uniti come fratelli e sorelle per lodare il nostro Dio, per riconoscere che tutto ciò che abbiamo e tutto ciò che siamo è un dono di Dio, e per mettere questi doni al servizio degli altri.
Sono molto lieto di potervi salutare tutti questo pomeriggio, anche solo per un attimo, e di poter dire a ognuno di voi: grazie perché vivi la tua vita, la tua fede in Gesù Cristo.
Siete già ben accompagnati dalle loro Eminenze, il cardinale Turkson, il cardinale Arinze, e anche dall’arcivescovo Fortunatus, e tutti noi insieme, ricolmi della grande testimonianza che tutti voi state dando e che il continente africano dà al mondo intero.
Diciamo «Grazie, Signore Gesù, sia lodato il tuo nome». Dio vi benedica.
Concluderò quindi con la benedizione.
Il Signore sia con voi. Vi benedica Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo.
Amen.
Che la pace di Dio sia sempre con voi.
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L’Osservatore Romano, Edizione Quotidiana, Anno CLXV n. 72, martedì 27 maggio 2025, p. 2.