Sabato 11 Marzo : San Gregorio Magno

“L’uomo, una volta morto, spogliato e consumato, che mai diventa?” (Gb 14,10 Vg) C’è un uomo senza peccato? Uno solo, colui che è venuto nel mondo senza nascere dal peccato. E come noi siamo tutti incatenati al peccato, moriamo tutti della stessa perdita di giustizia: siamo stati spogliati del vestito dell’innocenza che ci era stato accordato in paradiso, e con la morte della carne che ne è stata la conseguenza siamo anche consumati. (…)

E’ questa nudità del figlio peccatore che un padre ha voluto coprire, e ha detto nel giorno del suo ritorno: “Presto, portate il vestito più bello”. Sì, il vestito più bello è quello dell’innocenza che l’uomo per sua felicità ha ricevuto il giorno della creazione e che, per sua infelicità, sedotto dal serpente ha perduto. Contro questa nudità la Scrittura dice anche: “Beato chi è vigilante e conserva le sue vesti per non andar nudo” (Ap 16,15). Custodiamo le nostre vesti quando conserviamo nello spirito i precetti dell’innocenza: un peccato ci conduca nudo davanti al giudice, torniamo all’innocenza perduta, e la penitenza ci rende il nostro vestito.