Sabato 25 Ottobre : San Giovanni Maria Vianney

Vediamo che il nostro divino Salvatore ci paragona (…) ad un albero di fichi che il padre di famiglia ha piantato nella sua vigna; lo taglia, lo coltiva con cura nella speranza che gli porterà frutti; ma, vedendo che non ne porta, benché non ne porti di cattivi, lo sradica e lo getta nel fuoco (…). Ditemi, non è bene mostrarci che Gesù Cristo darà il paradiso solo a coloro che l’hanno meritato con le opere buone? Guardate Gesù Cristo, che è il nostro modello: è stato un istante della vita senza lavorare a far opere buone, a convertire le anime verso il Padre, e a soffrire? E noi, miserabili come siamo, vorremmo forse che non ci costi nulla? (…)

Se non avete fatto nulla, o se quanto avete fatto è perso per qualche ragione umana, cominciate subito affinché alla morte possiate trovare ancora qualcosa da presentare a Gesù Cristo perché vi dia la vita eterna. – Ma, mi direte, forse non ho fatto che male durante tutta la vita; sono solo un albero cattivo che non può più portare buon frutto. – Fratelli, potete ancora farlo, e ve lo spiego.

Spostate l’albero in altra terra, annaffiatelo con altra acqua, dategli altro concime, e vedrete che porterete buon frutto, anche se finora ne avete portato cattivo. (…) Fatevi come la terra che, prima del diluvio, prendeva da se stessa l’acqua per innaffiare (Gen 2,6), senza ricorrere alle nubi del cielo per darle fecondità. Egualmente, fratelli miei, tirate fuori dal vostro cuore l’acqua salutare che ne cambierà le disposizioni. L’avevate innaffiato con l’acqua torbida delle passioni; ebbene, ora innaffiatelo con le lacrime del pentimento, del dolore e dell’amore, e vedrete che cesserete di essere un albero cattivo, per divenire uno che porterà frutti per la vita eterna.