Sabato 26 Agosto : San Gregorio Magno
“Toglie la favella ai più veraci e priva del senno i vegliardi” (Gb 12,20). Quando il sacerdote non fa il bene che predica, gli è ritirato il dono stesso della parola, perché non abbia coraggio di dire ciò che non mette in pratica, secondo la parola del profeta: “All’empio dice Dio: “Perché vai ripetendo i miei decreti e hai sempre in bocca la mia alleanza?”” (Sal 50,16) Di là ancora questa supplica: “Non togliere mai dalla mia bocca la parola vera” (Sal 119,43). Lo sente profondamente, infatti, Dio onnipotente accorda la parola di verità a chi la vive e la toglie a chi non la vive. Quindi, chi ha chiesto che la sua bocca non ne sia privata, cosa ha chiesto se non la grazia delle buone opere? E’ dire apertamente: non permettere che mi perda lontano dalle opere buone: perduta una vita santa, sarebbe persa la rettitudine della mia parola.
Molto spesso anche un dottore che ha la sfrontatezza di insegnare ciò che non ha cura di fare, non ha più le parole per dire il bene di cui ha disprezzato la pratica, ed eccolo insegnare a coloro di cui è maestro gli errori della sua condotta: su un giusto giudizio di Dio onnipotente, egli non ha più lingua al servizio del bene, lui che rifiuta di vivere bene; è per i beni della terra che la sua anima si è innamorata, è dei beni della terra che ormai parlerà sempre. La verità dice ancora nel Vangelo: “La bocca parla dalla pienezza del cuore. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive” (Mt 12,34-35).