Udienza Generale del 17 dicembre 2025 – Udienza Generale del 10 dicembre 2025 – Ciclo di Catechesi – Giubileo 2025. Gesù Cristo nostra speranza. IV. La Risurrezione di Cristo e le sfide del mondo attuale. 8. La Pasqua come approdo del cuore inquieto

Udienza Generale del 10 dicembre 2025 – Ciclo di Catechesi – Giubileo 2025. Gesù Cristo nostra speranza. IV. La Risurrezione di Cristo e le sfide del mondo attuale. 8. La Pasqua come approdo del cuore inquieto

 

Saluto del Santo Padre ai malati in Aula Paolo VI prima dell’Udienza Generale 

Buongiorno a tutti! Good morning! Welcome!

Faccio un breve saluto, una benedizione per ognuno di voi.

In questa giornata volevamo difendervi un po’ dagli elementi, dal freddo soprattutto… Non sta piovendo, però così forse state un po’ più comodi. Dopo potrete seguire l’Udienza sullo schermo, o se volete potete anche uscire, però approfittiamo di questo piccolo incontro un po’ più personale, così, per salutarvi, per offrirvi la benedizione del Signore, e anche un augurio. Siamo già vicino alla festa di Natale e vogliamo chiedere al Signore che la gioia di questo tempo di Natale vi accompagni tutti: le vostre famiglie, i vostri cari, e che siate sempre nelle mani del Signore con la fiducia, con l’amore che solo Dio ci può dare. 

Do la benedizione a tutti adesso, poi passo a salutarvi.

Benedizione

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Cari fratelli e sorelle, buongiorno e benvenuti!

La vita umana è caratterizzata da un movimento costante che ci spinge a fare, ad agire. Oggi si richiede ovunque rapidità nel conseguire risultati ottimali negli ambiti più svariati. In che modo la risurrezione di Gesù illumina questo tratto della nostra esperienza? Quando parteciperemo alla sua vittoria sulla morte, ci riposeremo? La fede ci dice: sì, riposeremo. Non saremo inattivi, ma entreremo nel riposo di Dio, che è pace e gioia. Ebbene, dobbiamo solo aspettare, o questo ci può cambiare fin da ora?

Siamo assorbiti da tante attività che non sempre ci rendono soddisfatti. Molte delle nostre azioni hanno a che fare con cose pratiche, concrete. Dobbiamo assumerci la responsabilità di tanti impegni, risolvere problemi, affrontare fatiche. Anche Gesù si è coinvolto con le persone e con la vita, non risparmiandosi, anzi donandosi fino alla fine. Eppure, percepiamo spesso quanto il troppo fare, invece di darci pienezza, diventi un vortice che ci stordisce, ci toglie serenità, ci impedisce di vivere al meglio ciò che è davvero importante per la nostra vita. Ci sentiamo allora stanchi, insoddisfatti: il tempo pare disperdersi in mille cose pratiche che però non risolvono il significato ultimo della nostra esistenza. A volte, alla fine di giornate piene di attività, ci sentiamo vuoti. Perché? Perché noi non siamo macchine, abbiamo un “cuore”, anzi, possiamo dire, siamo un cuore.

Il cuore è il simbolo di tutta la nostra umanità, sintesi di pensieri, sentimenti e desideri, il centro invisibile delle nostre persone. L’evangelista Matteo ci invita a riflettere sull’importanza del cuore, nel riportare questa bellissima frase di Gesù: «Là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore» (Mt 6,21).

È dunque nel cuore che si conserva il vero tesoro, non nelle casseforti della terra, non nei grandi investimenti finanziari, mai come oggi impazziti e ingiustamente concentrati, idolatrati al sanguinoso prezzo di milioni di vite umane e della devastazione della creazione di Dio.

È importante riflettere su questi aspetti, perché nei numerosi impegni che di continuo affrontiamo, sempre più affiora il rischio della dispersione, talvolta della disperazione, della mancanza di significato, persino in persone apparentemente di successo. Invece, leggere la vita nel segno della Pasqua, guardarla con Gesù Risorto, significa trovare l’accesso all’essenza della persona umana, al nostro cuore: cor inquietum. Con questo aggettivo “inquieto”, Sant’Agostino ci fa comprendere lo slancio dell’essere umano proteso al suo pieno compimento. La frase integrale rimanda all’inizio delle Confessioni, dove Agostino scrive: «Signore, ci hai fatti per te e il nostro cuore è inquieto, finché non riposa in te» (I, 1,1).

L’inquietudine è il segno che il nostro cuore non si muove a caso, in modo disordinato, senza un fine o una meta, ma è orientato alla sua destinazione ultima, quella del “ritorno a casa”. E l’approdo autentico del cuore non consiste nel possesso dei beni di questo mondo, ma nel conseguire ciò che può colmarlo pienamente, ovvero l’amore di Dio, o meglio, Dio Amore. Questo tesoro, però, lo si trova solo amando il prossimo che si incontra lungo il cammino: fratelli e le sorelle in carne e ossa, la cui presenza sollecita e interroga il nostro cuore, chiamandolo ad aprirsi e a donarsi. Il prossimo ti chiede di rallentare, di guardarlo negli occhi, a volte di cambiare programma, forse anche di cambiare direzione.

Carissimi, ecco il segreto del movimento del cuore umano: tornare alla sorgente del suo essere, godere della gioia che non viene meno, che non delude. Nessuno può vivere senza un significato che vada oltre il contingente, oltre ciò che passa. Il cuore umano non può vivere senza sperare, senza sapere di essere fatto per la pienezza, non per la mancanza.

Gesù Cristo, con la sua Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione ha dato fondamento solido a questa speranza. Il cuore inquieto non sarà deluso, se entra nel dinamismo dell’amore per cui è creato. L’approdo è certo, la vita ha vinto e in Cristo continuerà a vincere in ogni morte del quotidiano. Questa è la speranza cristiana: benediciamo e ringraziamo sempre il Signore che ce l’ha donata!

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Saluti

Je salue cordialement les personnes de langue française, en particulier les paroisses et les jeunes venus de France. Alors que Noël approche, prenons garde de ne pas nous laisser prendre par un activisme effréné dans les préparatifs de la fête, que nous vivrions finalement qu’en superficialité et qui laisserait place à la déception. Prenons le temps au contraire de rendre notre cœur attentif et vigilant dans l’attente de Jésus afin que sa présence aimante devienne durablement le trésor de notre vie et de notre cœur. Que Dieu vous bénisse !

[Saluto cordialmente le persone di lingua francese, in particolare le parrocchie e i giovani venuti dalla Francia. Con l’avvicinarsi del Natale, facciamo attenzione a non lasciarci prendere da un frenetico attivismo nei preparativi della festa, che finiremmo per vivere in modo superficiale e che lascerebbe spazio alla delusione. Prendiamoci invece il tempo di rendere il nostro cuore attento e vigile nell’attesa di Gesù, affinché la sua presenza amorevole diventi per sempre il tesoro della nostra vita e del nostro cuore. Dio vi benedica!]

I extend a warm welcome this morning to all the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those coming from Nigeria, Indonesia and the United States of America. I pray that each of you, and your families, may experience a blessed Advent in preparation for the coming of the new born Jesus, Son of God and Savior of the world. God bless you all!

Liebe Brüder und Schwestern deutscher Sprache, der Advent lädt uns zur Vorbereitung auf Weihnachten ein, indem wir uns vorbehaltlos für Jesus öffnen. Er ist unsere Hoffnung. Erwarten wir das Fest seiner Geburt voll Freude und beten wir mit Vertrauen: „Komm, Herr Jesus!“

[Cari fratelli e sorelle di lingua tedesca, l’Avvento ci invita a preparaci a Natale, accogliendo Gesù senza riserve. Egli è la nostra speranza. Pertanto, attendiamo con gioia la festa della sua nascita e preghiamo insieme, pieni di fiducia: “Vieni, Signore Gesù”.]

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Pidamos al Señor que nos enseñe a decir con san Agustín: «Nos has hecho para ti y nuestro corazón está inquieto hasta que descanse en ti», y con ese deseo entremos en el dinamismo del amor para el que fuimos creados, caminando hacia Cristo, la esperanza que no defrauda. Que Dios los bendiga. Muchas gracias.

我向讲中文的人们致以诚挚的问候。亲爱的弟兄姐妹们,在这将临期,请你们敞开心扉,迎接前来赏赐平安与喜乐恩典的主耶稣。我降福大家!

[Rivolgo il mio cordiale saluto alle persone di lingua cinese. Cari fratelli e sorelle, in questo tempo di Avvento, aprite i vostri cuori al Signore che viene a portare i doni della pace e della gioia. A tutti la mia benedizione!]

Queridos peregrinos de língua portuguesa, bem-vindos! Estamos na novena de Natal que, rica de tradições em algumas das vossas comunidades, se torna para todos uma renovada oportunidade de aliviar o coração, preparando-o ao iminente nascimento do Filho de Deus. Que Nossa Senhora da Esperança vos acompanhe neste empenho espiritual e vos proteja sempre, a vós e às vossas famílias. O Senhor vos abençoe!

[Cari pellegrini di lingua portoghese, benvenuti! Siamo alla novena di Natale che, ricca di tradizioni in alcune delle vostre comunità, diventa per tutti una rinnovata opportunità per alleggerire il cuore, preparandolo all’imminente nascita del Figlio di Dio. La Madonna della Speranza vi accompagni in questo impegno spirituale, e custodisca sempre voi e le vostre famiglie. Il Signore vi benedica!]

أُحيِّي المُؤمِنِينَ النَّاطِقِينَ باللُغَةِ العَرَبِيَّة. المسيحيُّ مدعوٌّ إلى أنْ يفتحَ قلبَه لمحبَّةِ اللهِ والقريب، حتَّى يَمتَلِئَ بالسَّلامِ والفرحِ الحَقِيقِيَين. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِن كلِّ شَرّ!

[Saluto i fedeli di lingua araba. Il cristiano è chiamato ad aprire il suo cuore all’amore di Dio e del prossimo, affinché possa essere riempito di vera pace e gioia. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!]

Pozdrawiam serdecznie Polaków! Niech ostatnie dni Adwentu będą dla Was czasem zamyślenia i modlitwy. Przygotujcie się na przyjście Jezusa, zwłaszcza poprzez sakrament pokuty i rekolekcje, dzięki którym doświadczycie prawdziwego pokoju, radości i sensu życia. Wszystkim wam błogosławię!

[Saluto cordialmente i polacchi! Gli ultimi giorni dell’Avvento siano per voi un tempo di riflessione e preghiera. Preparatevi alla venuta di Gesù, soprattutto attraverso il sacramento della penitenza e i ritiri spirituali, grazie ai quali sperimenterete la vera pace, la gioia e il senso della vita. A tutti la mia benedizione!]

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Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli di Torino di Sangro; Teramo; San Marco Argentano, con il Vescovo Mons. Stefano Rega; Fermo Centro, con l’Arcivescovo Mons. Rocco Pennacchio. Accolgo con affetto la Scuola Sottufficiali dell’Esercito di Viterbo e il 72° Corso allievi Guardie di Pubblica sicurezza della Polizia di Stato.

Saluto, infine, i malati, gli sposi novelli e i giovani, specialmente gli studenti dell’Istituto Cicerone di Sala Consilina e quelli dell’Istituto Capriotti di San Benedetto del Tronto. Tra non molti giorni sarà Natale e immagino che nelle vostre case si stia ultimando o è già ultimato l’allestimento del presepe, suggestiva rappresentazione del Mistero della Natività di Cristo. Auspico che un elemento così importante, non solo della nostra fede, ma anche della cultura e dell’arte cristiana, continui a far parte del Natale per ricordare Gesù che, facendosi uomo, è venuto “ad abitare in mezzo a noi”.

A tutti la mia benedizione!