Udienza Generale del 25 giugno 2025 – Ciclo di Catechesi – Giubileo 2025. Gesù Cristo nostra speranza. II. La vita di Gesù. Le guarigioni. 11. La donna emorroissa e la figlia di Giairo. «Non temere, soltanto abbi fede!» (Mc 5,36)
Ciclo di Catechesi – Giubileo 2025. Gesù Cristo nostra speranza. II. La vita di Gesù. Le guarigioni. 11. La donna emorroissa e la figlia di Giairo. «Non temere, soltanto abbi fede!» (Mc 5,36)
Cari fratelli e sorelle,
anche oggi meditiamo sulle guarigioni di Gesù come segno di speranza. In Lui c’è una forza che anche noi possiamo sperimentare quando entriamo in relazione con la sua Persona.
Una malattia molto diffusa nel nostro tempo è la fatica di vivere: la realtà ci sembra troppo complessa, pesante, difficile da affrontare. E allora ci spegniamo, ci addormentiamo, nell’illusione che al risveglio le cose saranno diverse. Ma la realtà va affrontata, e insieme con Gesù possiamo farlo bene. A volte poi ci sentiamo bloccati dal giudizio di coloro che pretendono di mettere etichette sugli altri.
Mi sembra che queste situazioni possano trovare riscontro in un passo del Vangelo di Marco, dove si intrecciano due storie: quella di una ragazza di dodici anni, che è a letto malata e sta per morire; e quella di una donna, che, proprio da dodici anni, ha perdite di sangue e cerca Gesù per poter guarire (cfr Mc 5,21-43).
Tra queste due figure femminili, l’Evangelista colloca il personaggio del padre della ragazza: egli non rimane in casa a lamentarsi per la malattia della figlia, ma esce e chiede aiuto. Benché sia il capo della sinagoga, non avanza pretese in ragione della sua posizione sociale. Quando c’è da attendere non perde la pazienza e aspetta. E quando vengono a dirgli che sua figlia è morta ed è inutile disturbare il Maestro, lui continua ad avere fede e a sperare.
Il colloquio di questo padre con Gesù è interrotto dalla donna emorroissa, che riesce ad avvicinarsi a Gesù e a toccare il suo mantello (v. 27). Questa donna con grande coraggio ha preso la decisione che cambia la sua vita: tutti continuavano a dirle di rimanere a distanza, di non farsi vedere. L’avevano condannata a rimanere nascosta e isolata. A volte anche noi possiamo essere vittime del giudizio degli altri, che pretendono di metterci addosso un abito che non è il nostro. E allora stiamo male e non riusciamo a venirne fuori.
Quella donna imbocca la via della salvezza quando germoglia in lei la fede che Gesù può guarirla: allora trova la forza di uscire e di andare a cercarlo. Vuole arrivare a toccare almeno la sua veste.
Intorno a Gesù c’era tanta folla, e dunque tante persone lo toccavano, eppure a loro non succede niente. Quando invece questa donna tocca Gesù, viene guarita. Dove sta la differenza? Commentando questo punto del testo, Sant’Agostino dice – a nome di Gesù –: «La folla mi si accalca intorno, ma la fede mi tocca» (Discorso 243, 2, 2). È così: ogni volta che facciamo un atto di fede indirizzato a Gesù, si stabilisce un contatto con Lui e immediatamente esce da Lui la sua grazia. A volte noi non ce ne accorgiamo, ma in modo segreto e reale la grazia ci raggiunge e da dentro pian piano trasforma la vita.
Forse anche oggi tante persone si accostano a Gesù in modo superficiale, senza credere veramente nella sua potenza. Calpestiamo la superficie delle nostre chiese, ma forse il cuore è altrove! Questa donna, silenziosa e anonima, vince le sue paure, toccando il cuore di Gesù con le sue mani considerate impure a causa della malattia. Ed ecco che subito si sente guarita. Gesù le dice: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace» (Mc 5,34).
Nel frattempo, portano a quel padre la notizia che sua figlia è morta. Gesù gli dice: «Non temere, soltanto abbi fede!» (v. 36). Poi va a casa sua e, vedendo che tutti piangono e gridano, dice: «La bambina non è morta, ma dorme» (v. 39). Quindi entra nella camera dove giaceva la bambina, la prende per mano e le dice : «Talità kum», “Fanciulla, alzati!”. La ragazza si alza in piedi e si mette a camminare (cfr vv. 41-42). Quel gesto di Gesù ci mostra che Lui non solo guarisce da ogni malattia, ma risveglia anche dalla morte. Per Dio, che è Vita eterna, la morte del corpo è come un sonno. La morte vera è quella dell’anima: di questa dobbiamo avere paura!
Un ultimo particolare: Gesù, dopo aver risuscitato la bambina, dice ai genitori di darle da mangiare (cfr v. 43). Ecco un altro segno molto concreto della vicinanza di Gesù alla nostra umanità. Ma possiamo intenderlo anche in senso più profondo e domandarci: quando i nostri ragazzi sono in crisi e hanno bisogno di un nutrimento spirituale, sappiamo darglielo? E come possiamo se noi stessi non ci nutriamo del Vangelo?
Cari fratelli e sorelle, nella vita ci sono momenti di delusione e di scoraggiamento, e c’è anche l’esperienza della morte. Impariamo da quella donna, da quel padre: andiamo da Gesù: Lui può guarirci, può farci rinascere. Gesù è la nostra speranza!
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Saluti
Je salue cordialement les pèlerins de langue française, en particulier ceux venus du Canada, de la Côte d’ivoire, de la Belgique et de la France.
Frères et sœurs, par l’intercession des saints Pierre et Paul, les colonnes de l’Église, puissions-nous, au milieu de nos fatigues et difficultés humaines, aller vers Jésus notre espérance et notre vie.
Que Dieu vous bénisse !
[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare quelli provenienti dal Canada, dalla Costa d’Avorio, dal Belgio e dalla Francia.
Fratelli e sorelle, per intercessione dei santi Pietro e Paolo, colonne della Chiesa, possiamo noi, in mezzo alle fatiche e alle difficoltà umane, andare verso Gesù, nostra speranza e nostra vita.
Dio vi benedica!]
I am happy to welcome this morning the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those coming from Malta, Eswatini, Ghana, Kenya, South Africa, Australia, China, India, Indonesia, the Philippines, South Korea and the United States of America. I offer special greetings to the members of Citizens UK catholic movement. As the month of June draws to a close, we ask the Sacred Heart of Jesus to increase our faith as we turn to him in trust. God bless you all!
Liebe Brüder und Schwestern deutscher Sprache, in diesen Tagen begehen die Bischöfe, die Priester und die Seminaristen ihre Heilig-Jahr-Feier. Unterstützen wir sie in ihrer Berufung und beten wir für sie, dass sie Hirten nach dem Heiligsten Herzen Jesu sein können.
[Cari fratelli e sorelle di lingua tedesca, in questi giorni i Vescovi, i Sacerdoti e i seminaristi celebrano il loro Giubileo. Sosteniamoli nella loro vocazione e preghiamo per loro perché possano essere pastori secondo il Sacro Cuore di Gesù.]
Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en modo particular a los sacerdotes y seminaristas provenientes de España, México, Puerto Rico, Ecuador, Colombia, El Salvador, Venezuela. En la vida hay momentos de desilusión, de desaliento e incluso de muerte. Aprendamos de aquella mujer y de aquel padre: vayamos a Jesús. Él puede sanarnos, puede devolvernos la vida. ¡Él es nuestra esperanza! Muchas gracias.
我向讲中文的人们致以亲切的问候。亲爱的弟兄姐妹们,我保证必会为你们所有美好的意向祈祷。
我降福大家!
[Rivolgo il mio cordiale saluto alle persone di lingua cinese. Cari fratelli e sorelle, assicuro la mia preghiera per tutte le vostre intenzioni di bene. A tutti la mia benedizione!]
Queridos fiéis de língua portuguesa, bem-vindos! Saúdo especialmente os sacerdotes vindos de Braga e Viana do Castelo em Portugal, e de Teresina, Castanhal, Nazaré e Santo Amaro no Brasil. Ao aproximarmo-nos do final do mês de junho, voltemos mais intensamente o nosso olhar para o Coração de Jesus. A partir d’Ele, demos de novo a este nosso mundo um coração que sabe amar, perdoar e cuidar dos outros. Deus vos abençoe!
[Cari fedeli di lingua portoghese, benvenuti! Saluto in modo speciale i Sacerdoti provenienti da Braga e Viana do Castelo, in Portogallo, e da Teresina, Castanhal, Nazaré e Santo Amaro, in Brasile. All’avvicinarsi della fine del mese di giugno, rivolgiamo più intensamente lo sguardo al Cuore di Gesù. A partire da Lui ridoniamo a questo nostro mondo un cuore che sa amare, perdonare e prendersi cura degli altri. Dio vi benedica!]
أُحيِّي المُؤمِنِينَ النَّاطِقِينَ باللُغَةِ العَرَبِيَّة. أعِزَّائي الفِتْيانَ والشَّبابَ والطُّلاب، معَ بدايَةِ العُطلَةِ الصَّيفِيَّة، أَدعُوكُم إلى أنْ تُواظِبُوا على الصَّلاةِ، وأَنْ تَقْتَدُوا بِصِفاتِ يسوعَ الشَّابِ الَّذي كان يَتَسامَى في الحِكمَةِ والقامَةِ والحُظوَةِ عِندَ اللهِ والنَّاس. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِن كلِّ شَرّ!
[Saluto i fedeli di lingua araba. Cari ragazzi, giovani e studenti, con l’inizio delle vacanze estive, vi invito a continuare la preghiera e a imitare le qualità del giovane Gesù che cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga sempre da ogni male!]
Serdecznie pozdrawiam Polaków. Zachęcam was do codziennej lektury Ewangelii. Niech będzie ona dla Was duchowym pokarmem, uzdalniającym do niesienia wiary i nadziei do swoich środowisk. A zbliżająca się uroczystość świętych Piotra i Pawła niech stanie się dla was okazją do odnowienia osobistej więzi ze wspólnotą Kościoła i modlitewnej troski o jego pasterzy. Z serca Wam błogosławię!
[Saluto cordialmente i polacchi. Vi invito a lasciarvi accompagnare ogni giorno dalla lettura del Vangelo: sia per voi nutrimento spirituale, capace di rafforzarvi nel portare la fede e la speranza nei vostri ambienti. La prossima solennità dei Santi Pietro e Paolo sia per voi un’occasione per rinnovare il legame personale con la comunità della Chiesa e la premurosa preghiera per i suoi pastori. Vi benedico di cuore!]
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APPELLO
Domenica scorsa è stato compiuto un vile attentato terroristico contro la comunità greco-ortodossa nella chiesa di Mar Elias a Damasco. Affidiamo le vittime alla misericordia di Dio ed eleviamo le nostre preghiere per i feriti e i familiari. Ai cristiani del Medio Oriente dico: vi sono vicino! Tutta la Chiesa vi è vicina!
Questo tragico avvenimento richiama la profonda fragilità che ancora segna la Siria, dopo anni di conflitti e di instabilità. È quindi fondamentale che la comunità internazionale non distolga lo sguardo da questo Paese, ma continui a offrirgli sostegno attraverso gesti di solidarietà e con un rinnovato impegno per la pace e la riconciliazione.
Continuiamo a seguire con attenzione e con speranza gli sviluppi della situazione in Iran, Israele e Palestina. Le parole del profeta Isaia risuonano più che mai urgenti: «Una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra» (Is 2,4). Si ascolti questa voce, che viene dall’Altissimo! Si curino le lacerazioni provocate dalle sanguinose azioni degli ultimi giorni. Si respinga ogni logica di prepotenza e di vendetta e si scelga con determinazione la via del dialogo, della diplomazia e della pace.
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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i fedeli della diocesi di Alba, accompagnati dal loro Vescovo Mons. Marco Brunetti, e li esorto ad attingete dall’Eucaristia la forza per essere testimoni del Vangelo della carità. Saluto poi le Suore Missionarie dell’Incarnazione, le Ancelle della Beata Vergine Immacolata e le Suore del Bambino Gesù, che celebrano i rispettivi Capitoli Generali, incoraggiandole a essere segni eloquenti dell’amore di Dio e missionarie della sua pace.
Accolgo con gioia i fedeli di Mola di Bari, Noepoli e Grotteria, esortandoli a perseverare nei buoni propositi di fedeltà al Vangelo e alla Chiesa. Saluto altresì la Scuola Militare Alpina di Aosta e la Brigata Paracadutisti “Folgore”: cari militari, invoco su di voi e sulle vostre famiglie copiosi doni celesti per una sempre più solida testimonianza cristiana.
Il mio pensiero va infine ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Siamo entrati nell’estate, per molti tempo di ferie e di riposo. Per voi, cari giovani, sia un’occasione per utili esperienze sociali e religiose; per voi, cari sposi novelli, un periodo per cementare la vostra unione e approfondire la vostra missione nella Chiesa e nella società. Auspico inoltre che a voi, cari malati, non manchi durante questi mesi estivi la vicinanza di persone care.
A tutti la mia benedizione!