Udienza Generale dell8 ottobre 2025 – Ciclo di Catechesi – Giubileo 2025. Gesù Cristo nostra speranza. III. La Pasqua di Gesù. 10. Riaccendere. «Non ci ardeva forse il cuore nel petto?» (Lc 24,32)

Ciclo di Catechesi – Giubileo 2025. Gesù Cristo nostra speranza. III. La Pasqua di Gesù. 10. Riaccendere. «Non ci ardeva forse il cuore nel petto?» (Lc 24,32)
 

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi vorrei invitarvi a riflettere su un aspetto sorprendente della Risurrezione di Cristo: la sua umiltà. Se ripensiamo ai racconti evangelici, ci accorgiamo che il Signore risorto non fa nulla di spettacolare per imporsi alla fede dei suoi discepoli. Non si presenta circondato da schiere di angeli, non compie gesti clamorosi, non pronuncia discorsi solenni per svelare i segreti dell’universo. Al contrario, si avvicina con discrezione, come un viandante qualsiasi, come un uomo affamato che chiede di condividere un po’ di pane (cfr Lc 24,15.41).

Maria di Magdala lo scambia per un giardiniere (cfr Gv 20,15). I discepoli di Emmaus lo credono un forestiero (cfr Lc 24,18). Pietro e gli altri pescatori pensano che sia un passante qualunque (cfr Gv 21,4). Noi ci saremmo aspettati effetti speciali, segni di potenza, prove schiaccianti. Ma il Signore non cerca questo: preferisce il linguaggio della prossimità, della normalità, della tavola condivisa.

Fratelli e sorelle, in questo c’è un messaggio prezioso: la Risurrezione non è un colpo di scena teatrale, è una trasformazione silenziosa che riempie di senso ogni gesto umano. Gesù risorto mangia una porzione di pesce davanti ai suoi discepoli: non è un dettaglio marginale, è la conferma che il nostro corpo, la nostra storia, le nostre relazioni non sono un involucro da gettare via. Sono destinate alla pienezza della vita. Risorgere non significa diventare spiriti evanescenti, ma entrare in una comunione più profonda con Dio e con i fratelli, in un’umanità trasfigurata dall’amore.

Nella Pasqua di Cristo, tutto può diventare grazia. Anche le cose più ordinarie: mangiare, lavorare, aspettare, curare la casa, sostenere un amico. La Risurrezione non sottrae la vita al tempo e alla fatica, ma ne cambia il senso e il “sapore”. Ogni gesto compiuto nella gratitudine e nella comunione anticipa il Regno di Dio.

Tuttavia, c’è un ostacolo che spesso ci impedisce di riconoscere questa presenza di Cristo nel quotidiano: la pretesa che la gioia debba essere priva di ferite. I discepoli di Emmaus camminano tristi perché speravano in un altro finale, in un Messia che non conoscesse la croce. Nonostante abbiano sentito dire che il sepolcro è vuoto, non riescono a sorridere. Ma Gesù si mette accanto a loro e con pazienza li aiuta a comprendere che il dolore non è la smentita della promessa, ma la strada attraverso cui Dio ha manifestato la misura del suo amore (cfr Lc 24,13-27).

Quando infine siedono a tavola con Lui e spezzano il pane, si aprono i loro occhi. E si accorgono che il loro cuore ardeva già, anche se non lo sapevano (cfr Lc 24,28-32). Questa è la sorpresa più grande: scoprire che sotto la cenere del disincanto e della stanchezza c’è sempre una brace viva, che attende solo di essere ravvivata.

Fratelli e sorelle, la risurrezione di Cristo ci insegna che non c’è storia tanto segnata dalla delusione o dal peccato da non poter essere visitata dalla speranza. Nessuna caduta è definitiva, nessuna notte è eterna, nessuna ferita è destinata a rimanere aperta per sempre. Per quanto possiamo sentirci lontani, smarriti o indegni, non c’è distanza che possa spegnere la forza indefettibile dell’amore di Dio.

A volte pensiamo che il Signore venga a visitarci soltanto nei momenti di raccoglimento o di fervore spirituale, quando ci sentiamo all’altezza, quando la nostra vita appare ordinata e luminosa. E invece il Risorto si fa vicino proprio nei luoghi più oscuri: nei nostri fallimenti, nelle relazioni logorate, nelle fatiche quotidiane che ci pesano sulle spalle, nei dubbi che ci scoraggiano. Nulla di ciò che siamo, nessun frammento della nostra esistenza gli è estraneo.

Oggi, il Signore risorto si affianca a ciascuno di noi, proprio mentre percorriamo le nostre strade – quelle del lavoro e dell’impegno, ma anche quelle della sofferenza e della solitudine – e con infinita delicatezza ci chiede di lasciarci riscaldare il cuore. Non si impone con clamore, non pretende di essere riconosciuto subito. Con pazienza attende il momento in cui i nostri occhi si apriranno per scorgere il suo volto amico, capace di trasformare la delusione in attesa fiduciosa, la tristezza in gratitudine, la rassegnazione in speranza.

Il Risorto desidera soltanto manifestare la sua presenza, farsi nostro compagno di strada e accendere in noi la certezza che la sua vita è più forte di ogni morte. Chiediamo allora la grazia di riconoscere la sua presenza umile e discreta, di non pretendere una vita senza prove, di scoprire che ogni dolore, se abitato dall’amore, può diventare luogo di comunione.

E così, come i discepoli di Emmaus, torniamo anche noi alle nostre case con un cuore che arde di gioia. Una gioia semplice, che non cancella le ferite ma le illumina. Una gioia che nasce dalla certezza che il Signore è vivo, cammina con noi, e ci dona in ogni istante la possibilità di ricominciare.

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Saluti

Je salue les pèlerins de langue française, en particulier les personnes venues de l’Ile Maurice, du Burkina Faso, du Gabon, du Bénin, de Haïti, et de France. Demandons au Seigneur ressuscité de nous ouvrir les yeux pour reconnaître sans cesse sa présence agissante dans les sacrements et nos vies. Que nous puissions communiquer à ceux qui souffrent dans le monde, la Vie nouvelle du Seigneur en parlant le langage de la charité et de la fraternité envers tous. Que Dieu vous bénisse.

[Saluto i pellegrini di lingua francese, specialmente quelli provenienti dall’Isola Maurizio, dal Burkina Faso, dal Gabon, dal Benin, da Haiti e dalla Francia. Chiediamo al Signore risorto di aprirci gli occhi per riconoscere continuamente la sua presenza operante nei sacramenti e nella nostra vita. Potremo così comunicare a quanti soffrono nel mondo la Vita nuova del Signore parlando il linguaggio della carità e della fraternità verso tutti. Dio vi benedica.]

I extend a warm welcome to the English-speaking pilgrims and visitors taking part in today’s Audience, especially those coming from Australia, Denmark, England, India, Indonesia, Ireland, Japan, Malaysia, Nigeria, Northern Ireland, Norway, the Philippines, Saudi Arabia, Scotland, South Africa, South Korea, Sweden, the United States of America, Vietnam and Wales.  In greeting with particular affection the religious and consecrated who are participating in the Jubilee of Consecrated Life, I encourage you to look to the Blessed Virgin Mary who is “the sublime model of consecration to the Father, union with the Son and openness to the Spirit” (Vita consecrata, 28).  God bless you all!

Liebe Brüder und Schwestern, der Monat Oktober ist dem heiligen Rosenkranz gewidmet. Ich möchte daher euch alle einladen, jeden Tag den Rosenkranz für den Frieden in der Welt zu beten. Möge die selige Jungfrau Maria euch stets begleiten.

[Cari fratelli e sorelle, il mese di ottobre è dedicato alla preghiera del Santo Rosario. Pertanto, invito tutti voi a recitare ogni giorno il Rosario per la pace nel mondo. La Beata Vergine Maria vi accompagni sempre.]

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española. Los invito a pedir la gracia de reconocer la presencia humilde y discreta de Dios en todos los momentos de nuestra vida, especialmente en los más difíciles. Que no haya nada que pueda arrebatarnos la alegría de experimentar a Cristo vivo. Que el Señor los bendiga. Muchas gracias.

我向讲中文的人们致以诚挚的问候。亲爱的弟兄姐妹们,你们要日益依附于基督,屋角的基石,好使你们在爱德中不断成长。我降福大家!

[Rivolgo il mio cordiale saluto alle persone di lingua cinese. Cari fratelli e sorelle, aderite sempre più a Cristo, pietra angolare, per crescere nella carità. A tutti la mia benedizione!]

Uma cordial saudação de boas-vindas aos fiéis de língua portuguesa! Escutemos a voz do Ressuscitado que caminha conosco e nos fala de esperança. Que os nossos corações ardam ao ouvir as suas palavras de vida eterna. Deus vos abençoe!

[Un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua portoghese! Sentiamo la voce del Risorto che cammina con noi e ci parla di speranza. Che i nostri cuori ardano al sentire le sue parole di vita eterna. Dio vi benedica!]

أُحيِّي المُؤمِنِينَ النَّاطِقِينَ باللُغَةِ العَرَبِيَّة. لِنَفتَحْ قُلوبَنا لِلرَّبِّ القائِمِ مِن بَينِ الأمواتِ الَّذي بِحُضُورِهِ المُتَواضِعِ يُنِيرُ دَربَنا، وَيُحيِي رجاءَنا، وَيُحَوِّلُ كلَّ ألَمٍ في حياتِنا إلى فُرصَةٍ لِلفَرَحِ والشُّكُر. بارَكَكُم الرَّبُّ جَميعًا وَحَماكُم دائِمًا مِن كلِّ شَرّ!

[Saluto i fedeli di lingua araba. Apriamo i nostri cuori al Signore Risorto, il quale, con la Sua umile presenza, illumina il nostro cammino, ravviva la nostra speranza e trasforma ogni dolore della nostra vita in un’opportunità di gioia e di gratitudine. Il Signore vi benedica tutti e vi protegga ‎sempre da ogni male‎‎‎‏!]

Serdecznie pozdrawiam Polaków, a szczególnie osoby życia konsekrowanego z okazji ich Jubileuszu. Przybyliście tutaj przynosząc swoją codzienność naznaczoną nadziejami, planami, ale także niepewnością jutra. Zmartwychwstały Chrystus zaprasza was do przeżywania każdego dnia w świetle wiary. Spróbujcie spojrzeć Jego oczami na prawdziwy sens swojej historii i powołania. Zawierzam was Matce Bożej Różańcowej i z serca błogosławię!

[Saluto cordialmente i polacchi, in particolare le persone consacrate, in occasione del loro Giubileo. Siete venuti qui portando con voi la vostra quotidianità segnata da speranze, progetti, ma anche da incertezze sul domani. Cristo risorto vi invita a vivere ogni giorno nella luce della fede. Cercate di guardare con i suoi occhi il vero senso della vostra storia e della vostra vocazione. Vi affido alla Madonna del Rosario e vi benedico di cuore!]

S velikom radošću pozdravljam sve hrvatske hodočasnike, osobito one pridošle iz Hrvatske i Bosne i Hercegovine, prigodom nacionalnog hodočašća u Jubilejskoj godini, u pratnji svojih biskupa. Braćo i sestre, kao hodočasnici nade došli ste u Rim potvrditi svoju vjeru na grobovima Apostola. Ponosni na vašu povijest i učvršćeni u vjernosti Crkvi i Petrovome Nasljedniku, nosite dalje primljeno blago. Ono se očituje u blizini i uzajamnoj ljubavi, poniznoj i ustrajnoj, bez da se očekuju priznanja zauzvrat. Gospodin Isus, koji preobražava naše živote u malim gestama ljubavi i kuca na vrata našega srca, strpljivo vas poziva da mu u svakome trenutku odgovorite. Budite, dakle, svjedoci Krista Uskrsloga i kvasac nade u društvu u kojemu ste ukorijenjeni. U vašemu hodu obećavam vam moju duhovnu blizinu te udjeljujem vama i vašim obiteljima Apostolski blagoslov. Hvaljen Isus i Marija!

[Con grande gioia saluto tutti i pellegrini croati, specialmente quelli pervenuti dalla Croazia e dalla Bosnia ed Erzegovina, in occasione del pellegrinaggio nazionale nell’anno giubilare, accompagnati dai loro Vescovi. Fratelli e sorelle, come pellegrini di speranza siete arrivati a Roma per confermare la vostra fede sulle tombe degli Apostoli. Fieri della vostra storia e radicati nella fedeltà alla Chiesa e al Successore di Pietro, portate avanti il tesoro ricevuto. Esso si manifesta nella vicinanza e nell’amore reciproco, umile e perseverante, senza aspettare in cambio i riconoscimenti. Il Signore Gesù, che trasforma la nostra vita con piccoli segni di amore e bussa alle porte dei nostri cuori, vi chiama pazientemente a rispondergli in ogni momento. Siate dunque testimoni di Cristo Risorto e fermento di speranza nella società in cui siete radicati. Nel vostro cammino vi assicuro la mia spirituale vicinanza e imparto a voi e alle vostre famiglie la Benedizione Apostolica. Siano lodati Gesù e Maria!]

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Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i Religiosi, le Religiose e i Consacrati di Istituti Secolari qui convenuti per il Giubileo della Vita Consacrata. Cari fratelli e sorelle, vi ringrazio per il vostro prezioso servizio al Vangelo e alla Chiesa e vi esorto ad essere segni eloquenti dell’amore di Dio e strumenti di pace in ogni ambiente. Non stancatevi di testimoniare la speranza sulle tante frontiere del mondo moderno, sapendo individuare con audacia missionaria strade nuove di evangelizzazione e di promozione umana.

Accolgo con affetto i fedeli delle Diocesi di Bologna, Bergamo, Casale Monferrato e quelli di Cagliari, con l’Arcivescovo Mons. Giuseppe Baturi. Saluto poi le comunità parrocchiali di Casalbordino, Rotondi, Lari; i militari del Comando logistico di Roma, gli alunni del Liceo Cortese di Maddaloni.

Il mio pensiero va infine ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Tutti invito a rivolgere il pensiero a Maria, invocata in questo mese di ottobre come Regina del santo Rosario; guardate a Lei e siate pronti a corrispondere al disegno d’amore che Dio ha per ognuno di voi. A tutti la mia benedizione!