Venerdì 11 Luglio : San Giovanni Paolo II
La conquista di spazi interiori, che offrano a Dio il giusto posto nello spirito umano, tutto quell’impegno, insomma, che potremmo contraddistinguere col primato dell'”ora”, del “prega”, non è assolutamente in contrasto, ma anzi concede respiro e dona intuizione creativa alla vera apertura verso la sfera sociale, verso il sofferto dovere quotidiano, verso le vive forze del lavoro e della cultura, animando così di fervido afflato, di spirito di servizio il grande e travagliato mondo del “labora”. (…)
Voi avete avvertito l’urgente bisogno di incontrarvi con l’assoluto e quindi avete scoperto l’importanza dell’interiorità, del silenzio, della meditazione, per poter cogliere il senso definitivo e rappacificante della propria esistenza. Avete assaporato la dolcezza della preghiera e di quella sempre rinnovata e perseverante riconciliazione di amicizia col Signore, stabilita nei cuori da un atteggiamento esistenziale di umile ed operosa ubbidienza al Padre celeste. Con san Benedetto, allora, vi rivolgerò il paterno invito: “Ausculta, fili, verba magistri”; ascoltate, o figli, gli insegnamenti dei veri maestri, e rendete attenti i vostri cuori nel silenzio orante! Mettetevi spesso di fronte al Maestro interiore! (…)
La carità e l’amore si manifestano nella sollecitudine per il prossimo ed in un aperto dialogo con i fratelli, rispettandone la dignità ed essendo disponibili ad un’osmosi di reciproci contributi. Pieno di delicatezza nel trattare i monaci, nell’accogliere i pellegrini, nel curare i malati, il santo elenca tra gli strumenti per operare rettamente: « soccorrere i poveri,… visitare i malati,… aiutare chi è colpito da sventura, consolare gli afflitti,… nulla anteporre all’amore di Cristo » (Regola, IV).