Venerdì 12 Dicembre : San Gregorio Magno

“Non è l’orecchio, che è giudice delle parole, come dei sapori il palato dell’uomo che mangia?” (Gb 12,11 Vg) Non sfugge ad alcuno che i cinque sensi del corpo, la vista, l’udito, il gusto, l’odorato e il tatto, in tutto ciò che sentono e distinguono traggono dal cervello il potere di distinguere e sentire. E se il senso del cervello è il giudice unico che presiede in noi, è tuttavia grazie agli organi loro propri che esso distingue i cinque sensi, in quanto Dio opera questa meraviglia: l’occhio non sente, l’orecchio non vede, la bocca non sente, le narici non gustano e le mani non odorano. E infine, se l’ordine di queste azioni deriva dal senso del cervello, rimane che ognuno dei sensi non può esercitare che l’azione che esso ha ricevuto dall’ordine stesso del supremo architetto.

Da queste considerazioni fisiologiche ed esteriori occorre trarre conclusioni interiori e spirituali: dobbiamo oltrepassare quanto in noi si manifesta al mondo per andare a ciò che in noi è segreto e sfugge a noi stessi. Occorre infatti osservare che se la sapienza è una in se stessa, ella risiede negli individui in gradi diversi; ella accorda tale potere ad uno, ad un altro o ad un altro ancora, e, come il cervello, fa di noi persone dei sensi specializzati, così che, senza mai essere dissimile da sé, agisce tuttavia per nostro mezzo, in sensi vari ed opere diverse, poiché uno riceve il dono della sapienza, l’altro della scienza, uno possiede le diversità delle lingue, l’altro il carisma delle guarigioni.