Venerdì 13 Maggio : San Rafael Arnaiz Baron

Se il mondo sapesse cos’è amare Dio, anche pochissimo, amerebbe anche il prossimo. Quando si ama Gesù, quando si ama Cristo, si ama pure ciò che egli ama. Egli non è forse morto per amore degli uomini? Poiché, trasformando il nostro cuore nel cuore di Cristo, noi ne sentiamo e percepiamo gli effetti, tra i quali il più grande è l’amore, l’amore della volontà del Padre, l’amore verso tutti coloro che soffrono, coloro che faticano, il fratello lontano, che sia inglese, giapponese o monaco, l’amore verso Maria. Insomma, chi potrà comprendere l’amore di Cristo? Nessuno; ma c’è chi possiede qualche piccola scintilla, molto nascosta, molto in silenzio, senza che il mondo lo sappia.

Mio Gesù, come sei buono! Tu fai tutto meravigliosamente bene. Mi mostri la via, mi mostri il fine. La via è la dolce croce, il sacrificio, la rinuncia a se stessi, qualche volta la lotta sanguinosa che si conclude, in lacrime, sul Calvario o nell’orto degli Ulivi. La via è, Signore, nel fatto di essere l’ultimo, il malato, il povero… Ma poco importa, anzi!… Queste rinunce sono piacevoli quando suscitano nell’anima la carità, la fede e la speranza; così tu trasformi le spine in rose.

E il fine? Il fine sei tu, e niente altro che tu. Il fine è l’eterno possesso di te in cielo, con Maria, con tutti gli angeli e tutti i santi. Ma sarà lassù, in cielo. E per incoraggiare i poveri, i deboli, i paurosi come me, ti manifesti qualche volta nel cuore, e gli dici: «Cosa cerchi? Cosa vuoi? Chi chiami? Ecco, guarda chi sono. Io sono la Verità e la Vita»… Allora, Signore, tu riempi l’anima dei tuoi servi di dolcezze ineffabili che si continuano a gustare nel silenzio, che l’uomo osa appena spiegare. Mio Gesù come ti amo, malgrado ciò che sono. E più sono povero e miserabile, più ti amo. Ti amerò sempre; mi aggrapperò a te e non ti lascerò: non so più come dire.