Venerdì 14 Novembre : San Romano il Melode

Il saggio Noè s’imbarcò nell’arca per ordine di Dio, con i figli e le loro mogli, in tutto solo otto persone. Senza posa il servo pregava così: “Non farmi morire coi peccatori, mio Salvatore, poiché già vedo il caos impadronirsi della creazione e tutto è scosso da paura. (…) Le nuvole son pronte, il cielo minaccioso, gli angeli accorrono anticipando la tua collera”. A queste parole Dio chiuse l’arca e la sigillò, mentre il suo fedele gridava: “Salva tutti dalla tua ira, per l’amore che hai per noi, redentore dell’universo”.

Dall’alto del cielo il giudice allora diede un ordine: subito si aprirono le cateratte, precipitarono le piogge, torrenti d’acqua e grandine, da un capo all’altro del mondo. (…) Tale fu l’effetto dell’ira di Dio, perché gli uomini avevano perseverato nella loro ostinazione e non si erano preoccupati di pregarlo con fede: “Salva tutti dalla tua ira, per l’amore che hai per noi, redentore dell’universo”. (…)

Il Creatore ama vedere coloro che ha fatti a sua immagine (Gen 1,26); ecco perché mette da parte i suoi santi per salvarli. Noè aprì, guardò il cielo ed esclamò: “Non scoraggiamoci, coraggio!” E subito il santo (…) lascia la colomba, che torna verso sera con un ramo d’ulivo nel becco, che annuncia simbolicamente la misericordia di Dio. Allora Noè esce dall’arca, come dalla sua tomba, ed esclama: “Salva tutti dalla tua ira, per l’amore che hai per noi, redentore dell’universo”.

La corruzione e l’iniquità sono morte; l’uomo dal cuore diritto trionfa per mezzo della fede, poiché ha trovato grazia. Allora il giusto (Gen 6,9) offrì al Signore un sacrificio senza macchia con forte supplica; il creatore ne respirò il piacevole profumo e dichiarò: “Mai più l’universo perirà nel diluvio, anche se tutti conducono una vita cattiva. Oggi concludo con loro un’alleanza irrevocabile. Mostro come segno il mio arco a tutti gli abitanti della terra, affinché m’invochino così: ‘Salva tutti dalla tua ira, per l’amore che hai per noi, redentore dell’universo'”.