Venerdì 3 Marzo : San Giovanni Cassiano

Qualunque siano le ingiurie rivoltegli il monaco conserverà la pace, non dico solo sulle labbra, ma nel profondo del cuore. Se si sente minimamente turbato, rimanga in assoluto silenzio e segua esattamente quanto dice il Salmista: “Sono turbato e non parlo affatto” (Sal 76,5 LXX); “Ho detto: “Veglierò sulla mia condotta per non peccare con la mia lingua; porrò un freno alla mia bocca mentre l’empio mi sta dinanzi”. Sono rimasto quieto, mi sono umiliato, ho conservato il silenzio anche per le cose buone”. (Sal 38,2-3 LXX).

Non bisogna che si fermi a considerare il presente; non bisogna che le sue labbra proferiscano ciò che sul momento gli suggerisce la collera che lo travolge, ciò che gli detta il cuore esasperato. Piuttosto, ripassi nel suo spirito la grazia della passata carità; o volga il suo sguardo all’avvenire, per vedervi in spirito la pace già ricostituita come era prima; si metta a contemplarla, proprio nel momento in cui prova forti emozioni, col pensiero che ben presto tornerà.

Mentre prova in sé la dolcezza della prossima realtà di concordia, non sentirà l’amarezza del conflitto presente e darà preferibilmente una risposta di cui non doversi poi accusare, né per cui essere ripreso dal fratello, quando l’amicizia sarà ristabilita. In questo modo compirà le parole del profeta: “Nello sdegno ricordati della tua misericordia” (Abac 3,2 LXX).