Alle Suore del Servizio Sociale (20 gennaio 2023)

Stimata Madre generale,
care Suore del Servizio Sociale,

Ci riunisce oggi qui la celebrazione del primo centenario della vostra fondazione. È certamente un evento molto speciale per voi e per questo avete voluto commemorarlo accanto alla tomba dell’apostolo Pietro. Desidero assicurarvi che lo è anche per la Chiesa, perché ogni carisma è per essa un dono di Dio, che le concede, attraverso il suo Spirito Santo, quelle grazie di cui c’è più bisogno in ogni momento storico.

E qui sta il mistero: i doni che riceviamo dalle persone e quello che possiamo confezionare con le nostre proprie forze invecchiano e si rovinano. Invece i doni dello Spirito hanno una vita sempre nuova e in ogni circostanza di tempo e di luogo si rigenerano e si reinventano, restando al tempo stesso fedeli alla loro radice.

In tal modo possiamo vedere il carisma che 100 anni fa ricevette la vostra fondatrice, Margit Slachta, e che, nel corso del tempo e del magistero sociale della Chiesa, si è adattato ai diversi scenari politici e sociali, fino ad arrivare ai nostri giorni. Mi ha sorpreso il fatto che, anche da consacrata, la vostra fondatrice mantenne un impegno politico tanto attivo. È impressionante la sua affermazione, durante l’olocausto, che i precetti della fede obbligavano le suore a proteggere gli ebrei, a rischio della propria vita.

È una verità che ci costa ammettere: molti martiri morirono per la fede, non a causa della negazione di una mera libertà di rendere culto al loro Dio, ma per la coerenza di vita che quella fede imponeva loro e, di conseguenza, per la difesa della libertà, della giustizia e della verità. Può sembrare sorprendente, ma la prima prova di ciò è il martirio di san Giovanni Battista. Il profeta morì per aver rimproverato il tiranno che non viveva secondo la legge divina, per aver invitato il popolo a rinnegare quel sistema perverso che lo allontanava dalla volontà di Dio, e in questo fu testimone — martire — della Verità con la maiuscola.

Quelle circostanze di inizio secolo scorso, con i cambiamenti sociali che spianarono la via alle guerre mondiali, furono momenti cruciali, in cui Dio incoraggiò la nascita della vostra Società. Non lo sono meno i tempi presenti, e oggi, come allora, la chiamata a essere testimoni continua a essere attuale. Che bello sarebbe se risuonassero nei vostri cuori le parole di Margit con la stessa intensità che sicuramente ebbero in quelle prime suore. Sono per voi uno stimolo, che vi insegna ad affrontare le sfide sociali, come fecero loro contro il nazismo, con l’unica arma della carità.

Care sorelle, la vostra fondatrice, la Chiesa e lo Spirito Santo ci interpellano, ribadendo sempre la stessa verità: non c’è amore più grande che dare la vita per gli altri. La carità sociale, che ho ricordato nell’Enciclica Fratelli tutti, e che permea gli scritti di Margit Slachta, sono prova di questa perenne novità. Che Dio ci dia la forza per essere testimoni di questo amore, verità e giustizia, nella vocazione a cui ci ha chiamati. Glielo chiediamo per intercessione della beata Sara Salkaházi. Che Gesù vi benedica e la Vergine vi custodisca.

 

 

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L’Osservatore Romano, Ed. quotidiana del 21 gennaio 2023, p. 12