Domenica 19 Marzo : Attribuita a San Macario l Egiziano

Questa è l’anima povera in spirito. Riconosce le sue ferite. Riconosce anche le tenebre delle passioni che la circondano. Cerca continuamente la redenzione che viene dal Signore. Porta le pene e non gioisce per alcun bene sulla terra. Cerca il solo buon medico e non si affida che alle sue cure.

Come dunque quest’anima ferita potrà esser bella, graziosa e atta a vivere con Cristo? Come se non ritrovando la primitiva creazione e riconoscendo le sue ferite e la sua povertà? Poiché se l’anima non si compiace delle ferite e contusioni delle passioni, se non copre i propri errori, il Signore non gli attribuisce la causa del male, ma viene a curarla, la guarisce e le ridona una bellezza incorruttibile.

Solamente, non scelga di restare attaccata a quanto fa, come è detto; non si compiaccia nelle passioni che sorgono in lei, ma con tutta la forza si rivolga al Signore, affinché le dia col suo Santo Spirito di essere liberata da ogni passione. Così quest’anima è beata.

Ma guai a quella che non sente le sue ferite e che, condotta da un gran vizio e indurimento senza limite, non crede che ci sia male in lei. Quest’anima, il buon medico non la visita né la cura. Poiché ella non lo cerca, né si preoccupa delle sue ferite, tanto crede di star bene e di essere sana. E’ detto infatti: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati” (Mt 9,12).