Domenica 25 Aprile 2021 : Commento Basilio di Seleucia

Guardiamo il nostro pastore, Cristo. (…) Si rallegra delle pecore che sono con lui e va a cercare quelle che si smarriscono. Montagne e foreste non gli fanno paura; supera i burroni per arrivare fino alla pecora perduta. Anche se la trova in pessimo stato, non si arrabbia ma, mosso a compassione, la prende sulle spalle e, con fatica, guarisce la pecora affaticata (Lc 15,4s). (…)

A ragione Cristo dichiara: «Io sono il Buon Pastore, andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata (Ez 34,16). Ho visto il gregge degli uomini colpito da malattia; ho visto i miei agnelli andarsene là dove stanno i demoni; ho visto il mio gregge sbranato dai lupi. L’ho visto e non l’ho guardato dall’alto. Per questo ho preso la mano inaridita, che il male, come un lupo, teneva stretta; ho liberato chi era colpito dalla febbre; ho dato la vista a chi aveva gli occhi chiusi fin dal grembo materno; ho tirato fuori dal sepolcro Lazzaro che vi giaceva da quattro giorni (Mc 3,5; 1,31; Gv 9,11). Poiché io sono il buon pastore; il buon pastore dà la vita per le sue pecore». (…)

I profeti hanno conosciuto quel pastore quando, molto prima della sua Passione, annunciava quanto stava per accadere: «Era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca» (Is 53,7). Come una pecora, il pastore ha offerto la vita per le sue pecore. (…) Con la sua morte, ha dato rimedio alla morte; con la sua tomba, ha svuotato le tombe. (…) Le tombe sono sigillate e la prigione chiusa finché il pastore, disceso dalla croce, non viene a portare alle pecore rinchiuse la gioiosa notizia della liberazione. Lo vediamo negli inferi dove «annuncia la salvezza» (1Pt 3,19); lo vediamo richiamare le sue pecore dalla dimora dei morti alla vita. «Il buon pastore dà la vita per le sue pecore». Così vuol guadagnare l’affetto delle sue pecore, e quelle che sanno ascoltare la sua voce amano Cristo.